Diplomi falsi a Belvedere, licei si costituiranno parte civile in eventuale processo

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Diplomi falsi a Belvedere, licei si costituiranno parte civile in eventuale processo

«Erano finti. Più finti di un articolo firmato venduto in un negozio cinese. Diplomi comprati, forse. O anche regalati». Li chiama così il giornalista Antonello Troya i diplomi finiti al centro della bufera perché rilasciati previo pagamento a Belvedere e Castrovillari, almeno è questo che viene contestato, a qualche settimana di distanza dallo scandalo cosentino.
«Stiamo parlando di anni antecedenti al 2001-2002 – scrive Troya, che stava indagando da tempo, sul suo blog -. Biennio in cui l’ordinamento scolastico cedeva l’attestato di sostegno per i diplomati dal magistrale all’università. Prima del 2000 i diplomi magistrali prevedevano l’accesso all’insegnamento e l’abilitazione al sostegno attraverso istituti e scuole con corsi professionali. In alcuni casi si è registrata anche la mancanza del completamento del ciclo di studi. In pratica si sedevano dinanzi la commissione, qualche domandina e il gioco era fatto».
Ma la replica alle accuse non si è fatta e in mattinata la dirigente scolastica dei licei di Belvedere e giornalista, Maria Grazia Cianciulli, ha inoltrato alla stampa la seguente nota, che pubblicheremo integralmente:
“Il mondo della scuola è diventato terreno di coltura per nuovi interessi truffaldini. La notizia della diffusione di diplomi falsi è la prova che la scuola ha bisogno di una massima attenzione da parte di tutti coloro i quali devono garantire che almeno il mondo dell’istruzione e della formazione vengano preservati da interessi ignobili perseguibili penalmente. Il grido d’allarme di chi ha a cuore la salvaguardia della legalità assoluta almeno nel luogo sacro della formazione dei futuri cittadini, diventa oggi più che mai attuale e necessario.
Bisogna preservare il mondo della cultura e con esso tutti quanti ancora confidano che solo dall’educazione, formazione, istruzione possano nascere i semi di una società migliore.

E’ in virtù del profondo senso di desolazione e indignazione che mi ha pervaso, che ho deciso, contestualmente all’esposto denuncia contro ignoti, immediatamente presentato alle autorità giudiziarie, di costituirmi parte civile per difendere il buon nome e la fama dei Licei “Tommaso Campanella” vittime, di una truffa che assume le dimensioni di un imponente affare giudiziario.
L’aver utilizzato, tra gli altri, anche il logo dei Licei nella falsificazione dei documenti, è un fatto di estrema gravità che dovrà essere perseguito nel più severo dei modi. Lo si deve ai tanti studenti che nel corso di quasi 50 anni, con il diploma dei Licei “Campanella” si sono affermati nel mondo, professionalmente, portando lustro, vanto e orgoglio alla Calabria, lo si deve ai tanti docenti che sono passati in questo prestigioso istituto, investendo le proprie risorse umane e professionali per elevare le giovani generazioni all’insegna della legalità, dell’etica e dell’eccellenza. Lo si deve ai dirigenti scolastici che si battono in trincea per cercare di garantire la massima tutela della “scuola” come ambiente sacro e intoccabile da ogni “elemento inquinante”.
La tutela della scuola deve essere una priorità assoluta della nostra civiltà. Una Scuola violata non può che generare una società malata. Non abbiamo bisogno di nuovi germi infettanti, abbiamo estrema necessità di ANTICORPI che possono essere generati solo da una società civile sana, da una Pubblica Amministrazione trasparente, da organi giudiziari attenti e vigili nella tutela dei nostri giovani.
E’ per tutte queste ragioni che invito i colleghi giornalisti a collaborare con la giustizia, a rendere piena informazione ai cittadini, a contribuire alla salvaguardia della scuola come unica speranza di affrancamento, arginando ogni maldestro tentativo di speculazioneche possa fare il gioco di chi ha interesse a delegittimare questa ultima istituzione pubblica baluardo di legalità ed etica.
Bisogna rigettare l’idea di assuefazione alla corruzione dilagante, bisogna conquistare il coraggio della denuncia. Solo così si potrà arginare questo potere perverso che allunga i tentacoli in un luogo OFF LIMITS.
Non permettiamo alla corruzione e al malaffare di agire indisturbati. Indigniamoci! Denunciamo! Chi sa parli!
Contribuiamo tutti a stanare questi individui che hanno osato troppo, assicuriamoli alla giustizia, diamo un segnale di fermezza ai nostri giovani senza indugio, tolleranza zero senza se e senza ma”.

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