Codacons: «A Catanzaro, città precaria, perfino l'acqua è a tempo determinato»

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Codacons: «A Catanzaro, città precaria, perfino l'acqua è a tempo determinato»

Il Codacons incita le istituzioni a chiedere lo stato di emergenza: «È una vergogna che in Calabria non si riesca ad avere l’acqua in casa»
 
La precarietà è la cartina di tornasole di questa città, si percepisce ovunque, nei vicoli, tra la gente e, finanche, aprendo il rubinetto. Catanzaro è una città dove non solo i diritti, ma anche l’acqua è a tempo determinato. Da sempre arriva a singhiozzo e, quando, finalmente, fuoriesce dalle cannelle, tutto sembra fuorché potabile. Altrove si sarebbe scatenato un putiferio, a queste latitudini, invece, la rassegnazione impera.
Non a caso la sopportazione dei Catanzaresi è tale da oscurare quella, proverbiale, di Giobbe. Certo quest’ultimo fu messo a dura prova, fino ad essere privato dei suoi beni, dei figli, della salute, il tutto senza profferire alcuna lamentela. Ma i Catanzaresi lo superano, visto che con atavica rassegnazione riescono a bere (si fa per dire) di tutto.
Dagli stucchevoli rimpalli di responsabilità, alle secolari promesse di agire nei confronti dei responsabili. E, zitti zitti, facendo impallidire perfino Giobbe, pagano. Pagano l’acqua che si spreca, pagano quella che non arriva nelle loro case, pagano quella che non consumano. Se la pazienza è una virtù, Catanzaro è, in assoluto, la più virtuosa tra le città. Curioso, però, che in un luogo così paziente, l’Amministrazione sia così intransigente – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – con chi osa ribellarsi quando riceve le richieste di pagamento dei canoni idrici.
L’acqua s’adda pagare. Per carità, è cosa buona e giusta, peccato non si abbia la stessa intransigenza nel pretendere rispetto per la cittadinanza. E così il sonnacchioso capoluogo di regione anche quest’oggi si appresta ad andare a dormire senza sapere se domani avrà acqua per lavarsi. Il Codacons chiede un incontro urgente al Sindaco per conoscere le misure adottate dal Comune per contrastare questa vera e propria emergenza. Pretendiamo che si provveda, innanzitutto, ad informare, tempestivamente, la popolazione delle prossime interruzioni nonché a garantire l’approvvigionamento della città mediante autobotti.
Riteniamo – prosegue Di Lieto – che la Regione debba essere chiamata a garantire l’acqua in città, anche attraverso la Protezione Civile. Il Codacons invoca un approvvigionamento artificiale, ovvero il rifornimento delle cisterne dei Condominii mediante autobotti nonché un aiuto capillare per tutti i Cittadini che non abbiano serbatoi di riserva e che rischiano di trovarsi in situazioni di emergenza. Chiediamo al Sindaco di istituire un tavolo di crisi permanente per l’emergenza idrica, coinvolgendo, oltre Sorical, anche la Regione, il Prefetto e la Protezione Civile.
Riteniamo doveroso – sostiene Di Lieto – chiedere, formalmente, lo stato di emergenza nazionale. È intollerabile non riuscire a garantire a decine di migliaia di Cittadini il diritto ad avere l’acqua nelle loro abitazioni. Quell’acqua che pagano profumatamente.
 

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