Sanità, Nesci a Oliverio: «Alle supercazzole brematurate non ci crede più nessuno»

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Sanità, Nesci a Oliverio: «Alle supercazzole brematurate non ci crede più nessuno»

Secondo la deputata 5 stelle rinegoziare a Roma il Piano di rientro dal disavanzo sanitario ragionale e chiedere invece al governo nazionale «un atto interruttivo del commissariamento», come annunciato da Oliverio, sarebbe del tutto inutile perché contrario alla legge
 
«Mario Oliverio la smetta di spacciare fake news». Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, capogruppo in commissione sanità, con riferimento alle recenti dichiarazioni del governatore della Calabria, che ha annunciato di non rinegoziare a Roma il Piano di rientro dal disavanzo sanitario ragionale e di chiedere invece al governo nazionale «un atto interruttivo del commissariamento» della sanità calabrese. «Oliverio – incalza la parlamentare 5stelle – può chiedere qualsiasi supercazzola brematurata, di monicelliana memoria. Ormai non gli crede più nessuno. La verità è che dal commissariamento della sanità si esce soltanto presentando un nuovo Piano di rientro, che deve essere approvato. Questo dice la legge, a meno che qualche leguleio dop non pensi che il diritto creativo alla calabrese valga nel resto dell’Italia».
«A nulla – precisa la parlamentare M5s – serve l’ordine del giorno che i parlamentari calabresi del Pd riferiscono approvato. Anche se lo fosse, è un trucco da strapazzo per convincere l’opinione pubblica che cambieranno le sorti sanitarie. Finora il governatore non ha mosso un dito: non ha impugnato i decreti commissariali sulla rete ospedaliera né ha mai recuperato i 2miliardi in meno che per la sanità la Regione ha ricevuto dallo Stato, dal ’99 a oggi. Inoltre Oliverio ha nominato dirigenti in violazione di legge e ha consentito che direttori generali di sua nomina prendessero bonus di migliaia di euro, malgrado i disavanzi milionari prodotti negli anni».
«A ridosso delle elezioni politiche – conclude Nesci – Oliverio recita a soggetto, cercando di nascondere la sua incapacità, la sua inconcludenza e la sua malafede. Non gli consentiremo di prendere in giro il popolo calabrese».

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