Diffamazione e diffusione di notizie false, querelato il portale della Chiesa di Milano e tre testate giornalistiche

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Diffamazione e diffusione di notizie false, querelato il portale della Chiesa di Milano e tre testate giornalistiche

Depositata presso gli uffici della Questura di Milano una querela nei confronti del portale CHIESADIMILANO.IT, il giornale cattolico Avvenire, il Corriere della Sera e Vatican Insider
 
L’oggetto della querela si riferirebbe allo scorso 16 dicembre quando dopo la prima udienza che vede imputato con l’accusa di abusi sessuali a danno di un minore un prete milanese, don Mauro Galli, sul portale della CHIESADIMILANO.IT veniva pubblicato un comunicato stampa dal titolo “un comunicato per aiutare a comprendere la verità dei fatti” il cui contenuto non tendeva a minimizzare, ma era integralmente falso e paradossalmente smentito dalla deposizione rilasciata agli inquirenti dallo stesso arcivescovo di Milano, Mario Delpini.
Poche ore dopo, a riportare lo stesso comunicato, alcune testate nazionali nei confronti delle quali si è pensato subito ad una leggerezza giornalistica, quella di non aver sentito la controparte e verificato la notizia.
La Rete L’ABUSO, che sta assistendo la presunta vittima ed i suoi familiari, ha immediatamente provveduto in loro tutela ad informare le testate responsabili, del contenuto gravemente diffamatorio, oltre che totalmente falso, chiedendo di esercitare il diritto di replica e fornendo il materiale a sostegno della contestazione . Parallelamente, l’avvocato Fulvio Gaballo che difende la presunta vittima nel processo Galli ha provveduto a diffidare il portale della CHIESADIMILANO.IT chiedendo la rimozione del comunicato, ancora oggi è online.
Non è servito molto tempo per rendersi conto che anche le testate giornalistiche che avevano riportato l’articolo diffamatorio, probabilmente non erano vittime di una leggerezza perché non solo non hanno ottemperato in alcun modo al diritto di replica del nostro associato, ma pur sapendo, non hanno neppure tentato di riparare l’errore ai danni della vittima che ieri, essendo prossimo il termine di 90 giorni previsto per denunciare questo tipo di reati, ha sporto regolare querela.
di Francesco Zanardi