Graziella Algieri, Idm: «Divario nord-sud, democrazia e libertà in pericolo?»

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Graziella Algieri, Idm: «Divario nord-sud, democrazia e libertà in pericolo?»

Democrazia, l’espressione più bella della potenzialità politica.
Se ne fa un gran parlare dal suo significato storico a quello filosofico, sino a quello politico.
Ma, oggi, il nostro odierno sistema è basato su una effettiva democrazia ed il nostro sistema centralizzato garantisce il giusto per tutti?
 
Garantisce le stesse opportunità, gli stessi servizi al nord e al sud? La soluzione dell’attuale tematica del divario Nord – Sud e del rischio di perdere democrazia e libertà, è stata suggerita nel 1835 da Alexis De Tocqueville: “Le piccole nazioni sono, dunque, sempre state la culla della libertà politica ed è avvenuto che molte di esse abbiano perduto la libertà ingrandendosi, ciò che mostra chiaramente quanto questa libertà dipendesse più dalla piccolezza del popolo che dal popolo per se stesso. Tutte le ambizioni fatali alle repubbliche ingrandiscono con l’estendersi del territorio, mentre non si accrescono nella stessa misura le virtù che le devono combattere. Le piccole nazioni sono spesso povere non perché sono piccole, ma perché sono deboli; le grandi prosperano non perché sono grandi, ma perché sono forti.
La forza è, dunque, spesso per le nazioni una delle prime condizioni della prosperità e anche dell’esistenza. Da ciò deriva che, tranne particolari circostanze, le piccole nazioni finiscono sempre per essere violentemente riunite alle grandi, quando non lo fanno esse stesse spontaneamente. E non trovo una situazione più deplorevole di quella di un popolo che non può difendersi né bastare a se stesso. Allo scopo di riunire i diversi vantaggi risultanti dalla grandezza e dalla piccolezza delle nazioni è stato creato il sistema federale. Il legislatore rassomiglia all’uomo che traccia la sua rotta in mezzo al mare; può bensì dirigere la nave che porta, ma non può cambiare la struttura, né creare i venti, né impedire all’oceano di sollevarsi sotto i suoi piedi. Ho mostrato quali vantaggi gli americani traggono dal sistema federale. Nessuno potrebbe apprezzare più di me i vantaggi del sistema federale in cui vedo una delle più felici combinazioni in favore della prosperità e delle libertà umane.
Ammirevole posizioni del nuovo mondo, ove l’uomo non ha altro nemico che se stesso! Per essere felici e libero, gli basta volerlo” (La Democrazia in America – 1835-1840). Il divario Nord – Sud oramai è esploso, lo squilibrio tra “due Paesi” che fanno capo ad un sistema centralizzato non garantisce più né la democrazia, né la libertà, né i principi sanciti dalla Costituzione. La soluzione è data da studiosi come De Tocqueville. Il sistema federale ha reso l’America prospera e libera e può rappresentare la salvezza anche per il Mezzogiorno.
Accettare la sfida della competizione tra i territori, pretendere una maggiore responsabilizzazione degli amministratori locali è, oramai, doveroso.
Il “principio di equità” risulta violato tra Nord e Sud.
Due individui che pagano una stessa quantità di tasse devono ricevere la stessa quantità e qualità di servizi pubblici sia che abitino a Milano sia a Cosenza. Questo non accade, basta pensare alla spesa e al livello offerto nel servizio sanitario o al livello dei servizi di trasposto tra Nord e Sud. L’ ultimo rapporto Istat fotografa il divario in tutti gli indicatori, dalla spesa pubblica pro capite alla mortalità infantile. Lombardia, Toscana, sono i “punti” di riferimento di ricoveri per i non residenti mentre la Calabria ha un flusso in uscita molto più elevata dei flussi in entrata.
Per il Mezzogiorno l’unica possibilità è quella di introdurre forme di federalismo, anche fiscale, di puntare alla territorialità, alla credibilità, alla maggiore responsabilità, in termini di competenza e valori, di una nuova classe dirigente meridionale. Una sfida che gli uomini e le donne del Mezzogiorno devono afferrare, sviluppando un maggiore senso di responsabilità e di amore per il proprio territorio.
AVV. GRAZIELLA ALGIERI
RESPONSABILE IDM AUTONOMIE LOCALI E RIFORME ISTITUZIONALI