Giro, veleni e giustizialismi, nell'alto Tirreno torna il 'partito dei rassicuratori'

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Giro, veleni e giustizialismi, nell'alto Tirreno torna il 'partito dei rassicuratori'

di Francesco Cirillo
 
E’ bastato che un giornalista descrivesse dall’alto del suo elicottero, al seguito del Giro d’Italia,  qualche problemino del Tirreno cosentino ed ecco subito la canea politica da destra ai cinque stelle scagliarsi contro la Rai, contro lo stesso giornalista, contro tutti coloro che pensavano di difenderlo.
In effetti cosa ha detto il giornalista di tanto grave? Ha descritto qualche nostro problema e niente altro. Problemi noti (durante il giro intanto ci sono stati in Calabria tre omicidi, qualche rapina, qualche attentato, qualche auto bruciata…che vuoi che sia)  dalla nave dei veleni a Cetraro alla presenza di qualche cosca mafiosa, e allora? Perché scandalizzarsi? Perché continuare a nasconderci dietro un dito? Forse il giornalista, avrebbe potuto evitare di dirlo in questa occasione, dato che i Sindaci e la Regione cacciano bei soldoni per la sfilata ciclistica (Praia a Mare  caccia ogni anno fino a 100 mila euro!), ma avrebbe potuto dire molto di più, ed a questo punto,  per nostra fortuna  è meglio che non l’abbia fatto.
Avrebbe potuto parlare, per esempio dell’alta incidenza tumorale esistente nel nostro territorio, della mancanza di strutture sanitarie idonee, della stessa ss 18 diventata strada della morte per la sua mancata manutenzione (salvo che in queste occasioni), dei depuratori che vanno in tilt, delle tonnellate di rifiuti tossici esistenti nell’area della Marlane, dell’archeologia industriale abbandonata quale la Marani di Cetraro, la Foderauto di Belvedere M.mo, della Lini e Lane di Praia a Mare, delle opere pubbliche abbandonate quali il porto di Diamante, dell’aviosuperficie di Scalea, dei depuratori tossici come quello di San sago a Tortora che in due anni ha sversato 4ooo tonnellate di percolato nel mar Tirreno, delle aree demaniali occupate a Santa Maria del Cedro e lungo tutta la costa tirrenica, delle speculazioni edilizie in atto con lo sbancamento di intere colline e tanto altro ancora.
Non pensate in definitiva che ci sia andata bene?
Il giornalista avrà sbagliato, ma la canea che si è scatenata a difesa dei nostri territori a mio avviso è peggiore del suo errore. Una canea che si allea solo per coprire verità note a tutti i cittadini, che in migliaia senza appartenenze politiche nel 2009 sfilarono per le vie di Amanatea fischiando tutti i politici.
Solo a sentire parlare della nave Cunsky affondata a Cetraro e di navi dei veleni,  ecco l’altro giornalismo, supino ai poteri politici saltare subito sulla sedia e parlare subito di “bufala”e di “vicenda chiusa”, dimenticando la ministra Prestigiacomo e le sue vere bufale, dimenticando l’amico di Berlusconi, Attanasio che manda la sua Oceano Mare e cercare una nave della prima guerra mondiale che già conoscevamo, dimenticando le ricostruzioni precise di un pentito sui suoi incontri con la cosca di Cetraro.
I sindaci servono a questo, a rassicurare subito tutti e far dimenticare tutto.
Ma chiedetelo a Natale De Grazia, eroe INUTILE a questo punto, il sacrificio del quale non è servito a niente, e che serve solo a farsi vedere scoprire qualche targa in sua memoria il 12 dicembre di ogni anno, chiedetelo ai tanti testimoni coraggiosi che ne hanno parlato nelle varie inchieste aperte da magistrati che poi quelle inchieste se le sono vendute dopo essersi ampiamente pubblicizzati su quotidiani e riviste patinate. Chiedetelo a quei giornalisti coraggiosi come Ilaria Alpi che fino in fondo hanno cercato di portare a galla la verità su quel traffico internazionale di rifiuti tossici e radioattivi che ha portato ad affondare ben 40 navi (certificate dalla Lloyd di Londra) nel nostro Mediterraneo.
Otto di queste navi con il loro carico tossico sono lungo le nostre coste attraversate dal Giro d’Italia (la ASO affondata davanti Locri  nel 1979, la Misurina affondata nel 1981 davanti Capo Spartivento nel 1981, la Maria Pia M. affondata nel 1986 davanti Capo Colonna, la Rigel affondata anche questa davanti capo Spartivento nel 1987, la Jolly Rosso spiaggiata nel 1990 a Campora San Giovanni svuotata dei rifiuti sparsi lungo il fiume Olivo e poi repentinamente smantellata, la Cunsky davanti Cetraro affondata nel 1991, la Marineta affondata nel 1993 davanti Punta Stilo, la Korabi che sparì col suo carico davanti Badolato nel 1995 ).
Chiedetelo al pentito Fonti, oramai morto e dimenticato che ha rivelato i traffici nel nostro mare, chiedetelo a quei giornalisti d’inchiesta che hanno scritto libri e consultato gli archivi dimenticati sulle navi  esistenti nei magazzini polverosi delle nostre procure, ricevendo minacce e decine di querele.
Chiedetelo ai vari cittadini che da anni lottano per bonificare i nostri territori, avere una sanità efficiente, avere un mare pulito per tutto l’anno e non per un mese solo all’anno.
Ma certo l’estate è vicina e dobbiamo stare zitti. I turisti devono venire a frotte, la nostra costa tirrenica deve diventare la Striscia di Gaza (a proposito il Giro d’Italia è partito proprio da quelle zone e nessun giornalista si è sognato di nominarla) con 1 milione di presenze in soli 50 chilometri di costa e devono stare tranquilli, anche se non troveranno il mare pulito noi dovremo dire che il mare è pulito, che non esistono tumori, che non esiste la ‘ndrangheta, che nessuno paga tangenti, che tutto va bene insomma e che ogni sindaco, ogni politico fa bene a difendere il proprio elettorato, pardon territorio volevo dire, contro qualche altro paese vicino.
È così che si va avanti da noi, nascondendoci le verità, facendo finta di niente, e adesso mi raccomando licenziatelo quel giornalista, perché al di là dell’opportunità o meno di dire quelle cose dall’elicottero, un giornalista può scrivere di tutto e tutti, può inventarsi storie, criminalizzare qualche disgraziato, ma non deve permettersi, mai e poi mai, di dire la verità.