Riapertura dell’ospedale Praia: lo spreco di denaro pubblico generato dalla colossale truffa

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L’ex ospedale di Praia a Mare

 

Che la sanità sia un fiorente business non ve lo ripeteremo ancora una volta, lo sapete già tutti a memoria, ma oggi vogliamo sottolineare come crisi e debiti siano progettati a tavolino per chissà quali geniali manovre. Se qualche giorno fa avevamo raccontato che al capt di Praia a Mare per un debito di cancelleria da poche migliaia di euro si era reso necessario il pignoramento (clicca qui per leggere l’articolo), oggi vi racconteremo una volta di più come l’Asp di Cosenza stia pagando a vuoto alcuni medici con i soldi dei cittadini grazie alla colossale truffa della riapertura di Praia a Mare, che non è ancora avvenuta e che forse non avverrà mai.

VINCENZO CESAREO – In principio, nel gennaio scorso, fu egli stesso, in qualità di direttore sanitario di un ospedale inesistente, a scoperchiare il vaso di Pandora e ad autodenuncarsi alla Corte dei Conti per uno stipendio secondo lui immeritato, per una dirigenza di una struttura che a conti fatti non esiste. Ma per quelle dichiarazioni, anziché essere sostenuto dalla giustizia e dai rappresentanti politici, fu attaccato senza pietà, finì in un mare di polemiche e fu spedito dritto davanti alla commissione disciplinare per ben due volte, anche se si è stabilito che Cesareo in realtà non aveva assolutamente messo in cattiva luce la sua azienda, bensì si era avvalso del diritto di denunciare fatti puntualmente riscontrati e documentati.

LUCIANO TRAMONTANO – Persino nell’ultima delibera del 23 maggio il direttore generale dell’Asp Raffaele Mauro lo indica, mentendo spudoratamente, come direttore uoc di Medicina generale P.O. di Praia a Mare, dove la sigla P.O. indica la dicitura presidio ospedaliero, cioè ospedale. Assodato che l’ospedale non esiste, che non esiste l’inserimento della struttura nel famigerato decreto 64 e che in merito ai ritardi e agli annunci farlocchi la procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo, resta il dato incontrovertibile che il reparto di medicina, che comunque non potrebbe esistere non essendo un ospedale, effettivamente non c’è. E non c’è più nemmeno il reparto di lungodegenza che era stato eliminato in campagna elettorale per lasciare spazio al reparto di medicina. Semplicemente il reparto è vuoto, senza un’anima viva, c’è però un medico che per dirigere ciò che non esiste percepisce un signor stipendio da svariate migliaia di euro. C’è inoltre da segnalare che il dottor Tramontano beneficia della fiducia e della stima di Raffaele Mauro, che dalle poltrone dell’Asp dirige un’azienda sanitaria come fosse a casa godendo del silenzio assenso della magistratura. La prova del rapporto fiduciario tra i due è contenuta, appunto, nella delibera n.219 del 23 maggio scorso, dove Mauro lo nomina componente, insieme ad altri tre, della commissione esaminatrice per «l’affidamento dell’incarico di sostituzione Uoc Medicina Interna Spoke Paola Cetraro».

GLI ANESTESISTI – L’altro grande spreco di questa truffa impunita è rappresentata dagli anestesisti, chiamati al capt di Praia a Mare e pagati profumatamente senza che nessuno ad oggi sia riuscito a comprendere la loro utilità, considerato che, come detto poc’anzi, non esiste né il reparto di Medicna né quello di Chirurgia e né il pronto soccorso, che è rimasto un punto di primo intervento. Come da protocollo, la presenza di un anestesista è necessaria anche nel Capt, specie durante le esecuzioni delle tac con mezzo di contrasto, ma a questo ottemperavano alcuni medici dell’ospedale di Cetraro che, per un solo stipendio mensile, si barcamenavano tra Cetraro e Praia per coprire i turni necessari. Con la finta riapertura dell’ospedale di Praia a Mare, invece, si è richiesto personale aggiuntivo, arrivato poi dall’ospedale di Cosenza, a coprire turni inesistenti pagati a 60 euro l’ora. Per capirci, un inesistente turno da 12 ore costa ai cittadini 720 euro. Pagati realmente e senza che nessuna veda niente.