Oggi i funerali di Luigi Borrelli, figlio della vittima di pedofilia ‘Diego Esposito’

Luigi Borrelli, al centro in mezzo a mamma Loredana e papà Arturo, in una foto scattata lo scorso 19 maggio, giorno dei festeggiamenti per il suo diciottesimo compleanno

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Oggi i funerali di Luigi Borrelli, figlio della vittima di pedofilia 'Diego Esposito'

Diego Esposito era solo uno pseudonimo per celare un’identità ridotta a brandelli dal dolore e conservare intatto un barlume di dignità dopo una violenza sessuale, ripetuta e ossessionata, come quella che Arturo Borrelli racconta di aver subito dall’ex parroco di Ponticelli Silverio Mura, in una guerra mediatica senza esclusioni di colpi che ha portato la vicenda in ogni angolo del pianeta. Dapprima, grazie anche al supporto dell’associazione Rete l’Abuso, ha cominciato a interessarsi del caso la stampa locale, non senza difficoltà, poi la stampa nazionale, i programmi tv, la stampa estera e persino Papa Francesco, che dopo due anni dal primo personale intervento, aveva ricevuto Diego Esposito in un’udienza privata sabato 9 giugno scorso.

Ma nemmeno 72 ore più tardi Arturo Borrelli ha spezzato il voto dell’anonimato e ha rivelato il suo nome e il suo volto per i più tragici dei motivi: «Dopo 2 giorni dalla benedizione del Santo Padre – ha scritto sulla sua pagina facebook il 12 giugno – oggi è morto mio figlio in incidente stradale così ho deciso da svelarvi chi sono, Arturo Borrelli, perché adesso dedicherò il mio dolore da padre visto che mio figlio ha sofferto per tutto il male ricevuto».

Luigi Borrelli da qualche ora non c’è più. Luigi, il secondo dei tre figli di Arturo e la moglie Loredana, è morto sull‘asfalto che collega Barra a Ponticelli, dopo essere stato sbalzato fuori dal furgoncino sul quale viaggiava insieme ad altri tre coetanei, che per cause ancora poco chiare, ha impattato contro lo spartitraffico e si è disastrosamente capovolto. Gli altri tre giovani sono stati ricoverati in gravi condizioni ma fortunatamente non sono più in pericolo di vita. Anche Luigi avrebbe potuto salvarsi. E invece no, dopo un urto micidiale che comunque nei minuti immediatamente successivi sembrava averlo risparmiato (Luigi,come racconta la stampa locale, in un primo momento era cosciente e chiedeva i soccorsi per i suoi amici), un’emorragia cerebrale ha stroncato per sempre i suoi sogni e la serenità della sua famiglia.

Luigi però aveva avuto il tempo di salutare tutti. Una ventina di giorni prima, il 19 maggio, aveva dato una mega festa per il suo diciottesimo compleanno. C’erano proprio tutti, o quasi. Amici, parenti, i suoi adorati nipotini e i compagni di classe. Sfarzo, come poche volte nella sua umile esistenza, sorrisi, divertimento, allegria e le immancabili foto a immortalare per sempre un ricordo, oggi indelebile più che mai. Quegli scatti oggi gravano nella memoria di chi lo amava come un macigno.

Per Arturo si è aperta una nuova, drammatica voragine nella sua anima. Al dolore profondo e indicibile delle ripetute violenze sessuali subite dai 13 ai 17 anni, si è adesso aggiunto il dolore disumano della perdita di un figlio. Bello come il sole, 18 anni compiuti nemmeno un mese fa e un cuore più grande dei suoi pochi anni, più grande delle avversità della vita.

«Vi giuro che dopo la morte di un figlio non hai più paura di morire», scrive Arturo poche ore dopo la dipartita del suo adorato Luigi. Un destino crudele, talmente beffardo, quello toccato alla giovane vittima di Ponticelli, che spazza via ogni cinismo e riapre nell’intimo di ognuno tutte le questioni che ruotano intorno alle fede, inducendo inevitabilmente a porsi degli interrogativi che non hanno risposta e lasciano l’amaro in bocca anche al più ostinato degli atei: perché a 72 ore dalla benedizione del Santo Padre ad Arturo muore un figlio di 18 anni? Perché Dio ha voluto questo? Ma che disegno divino è questo?

I funerali si svolgeranno alle ore 16 in punto nella basilica Madonna della Neve di Ponticelli. Arturo e Loredana saluteranno per sempre il loro amato secondogenito e da domani la loro vita, senza di lui, sarà ancora un po’ più triste, incerta e tormentata. Bisogna solo prenderne atto ed elaborare il lutto il più in fretta possibile perché i due coniugi di Ponticelli possano riprendere la loro battaglia contro la pedofilia clericale e ritrovate in qualche modo una parvenza normalità.

Da parte della redazione La Lince giunga loro il più affettuoso degli abbracci.

A Te Luigi, buon viaggio.

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