Lauria, cadavere ritrovato nel bosco: gli indizi portano a Mariano Di Lascio

Mariano Di Lascio (nella foto) è scomparso da Lauria, in provincia di Potenza, la mattina del 21 novembre 2017

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Lauria, cadavere ritrovato nel bosco: gli indizi portano a Mariano Di Lascio

Gli esiti del dna non sono ancora arrivati, ma gli inquirenti sono pressoché certi che il cadavere ritrovato alcuni giorni fa nel bosco Canicella tra la frazione di Cogliandrino e Lauria appartengano a Mariano Di Lascio, scomparso misteriosamente da contrada Pecorone il 21 novembre di sette mesi fa.

Una notizia che era già nell’aria sin dai primi istanti del ritrovamento, quando gli investigatori si sono imbattuti nei resti dei jeans e il piumino bianco indossati dal 42enne al momento della sua sparizione.

Il corpo in evidente stato di decomposizione è stato avvistato da un passante, forse un cercatore di funghi, il quale ha immediatamente avvertito le forse dell’ordine. Una volta giunti sulla scena, gli uomini della Compagnia di Lagonegro si sono trovati di fronte a una scena raccapricciante: il volto del cadavere sembrava letteralmente esploso. Effettivamente l’autopsia ha rivelato che ad uccidere quella persona è stato un colpo di fucile, come quelli usati per la caccia. La distanza ravvicinata, poi, lascia pensare a un’esecuzione in piena regola. L’esame autoptico, inoltre, rivelerebbe che l’aguzzino o gli aguzzini di Di Lascio dopo l’uccisione avrebbero continuato ad infierire con violenza sul sul volto e che la morte potrebbe risalire al giorno stesso della scomparsa o al massimo al giorno seguente.

La Procura della Repubblica di Lagonegro, intanto, ha già aperto un fascicolo per omicidio e occultamento di cadavere a carico di ignoti

La scomparsa – Di Mariano Di Lascio si perdono le tracce la mattina del 21 novembre scorso, intorno alle 9 del mattino, quando ha lasciato la sua abitazione in contrada Pecorone di Lauria. L’auto viene ritrovata a 2 chilometri da casa, dove viene vista dal fratello già alle 13.30 circa di quello stesso giorno. Nessuno sa se sia stato Mariano a lasciarla lì, a poche centinaia di metri dalle telecamere di una banca, per poi salire ipoteticamente su un’altra auto, o se sia tornato qualcun altro a parcheggiarla lì.

L’allarme scatta la sera alle 19. I famigliari si accorgono che il cellulare è spento e nessuno sa dove sia. Si cerca di mantenere la calma e passa la prima notte, le prime 24 ore senza notizie. Il mattino seguente scatta la denuncia, i volontari e le forze dell’ordine si attivano immediatamente, ma fino alle 3 del pomeriggio, quando le attività vengono sospese. Per quale motivo? Non lo sappiamo, ma sappiamo con assoluta certezza che il giorno seguente, e quindi il giovedì, le forze dell’ordine, chiamate in causa dalla nostra redazione, ci assicurano: «Non date retta a ciò che si scrive in queste ore, non c’è nessuna scomparsa, tecnicamente. Si tratta di un allontanamento volontario, Di Lascio forse voleva solo un po’ staccare la spina». È esattamente ciò che riporta il mattino seguente l’edizione mattutina del Tg3 Basilicata.

Le ricerche si fermano per tre giorni. Che in questi casi sono un’eternità. È forse grazie alle notizie riportate dalla stampa che gli avvocati e i famigliari capiscono che Mariano nessuno lo sta cercando. Fatto sta che solo 72 ore dopo viene attivata ufficialmente la ricerca della persona scomparsa e così il protocollo provinciale consente l’invio di numerosi uomini che battono il territorio in lungo e in largo, arrivano persino i sommozzatori a perlustrare laghi e fiumi. Niente, Mariano sembra essere stato inghiottito, nessuno sa, nessuno ha visto e nessuno immagina dove possa essere.

Nel frattempo il suo caso approda al programma di Rai 3 “Chi l’ha Visto?”, un annuncio che non dura più di trenta secondi a dire il vero, poi il vuoto. Il paese di Lauria si divide in due, tra chi è veramente preoccupato delle sorti del 42enne, solitamente allegro e burlone, e chi pensa che in realtà se la stia spassando in qualche isola esotica per sottrarsi forse alla furia di chi lo va cercando. Ma chi lo cerca, e perché? Nessuno è in grado di dirlo e nel frattempo nessuno lo cerca per davvero. Mariano (come quasi certamente confermerà il dna) viene trovato sette mesi più tardi a pochi chilometri da casa in un bosco nemmeno troppo isolato e di tutte le teorie formulate sulla sua vita non rimane che un pugno di mosche. E un volto trasfigurato come nei peggiori film horror.

di Francesca Lagatta

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