Ospedale di Praia, ecco la verità sulla paventata chiusura del pronto soccorso

Tre giorni fa al capt di Praia a Mare erano arrivati i componenti della commissione di accreditamento della Regione Calabria per effettuare una ispezione e in giornata le relative notizie e smentite delle stesse avevano creato ancora una volta confusione tra i cittadini

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Ospedale di Praia, ecco la verità sulla paventata chiusura del pronto soccorso

Tre giorni fa era stato il giornale on line Il Fatto di Calabria a lanciare l’allarme, in un articolo dal titolo “La Regione propone la chiusura del pronto soccorso di Praia a Mare“. La notizia era stata divulgata a seguito di una ispezione effettuata in mattinata dalla commissione di accreditamento della Regione Calabria, che era nell’aria da tempo e che nelle redazioni giornalistiche se ne aveva notizia già dal giorno precedente. Da quanto scritto sul giornale diretto da Domenico Martelli, la proposta sarebbe stata generata da «gravi carenze di medici, specialisti e infermieri, nonché diverse contestazioni di natura igienico sanitarie».

Poche ore dopo l’Asp si era affrettata a smentire Il Fatto di Calabria con una nota stampa: “L’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, a seguito della notizia questo pomeriggio dal titolo “la Regione propone la chiusura del pronto soccorso dell’Ospedale di Praia a Mare”, comunica che la stessa è destituita da qualsiasi fondamento, almeno per quanto riguarda la parte sostanziale ed oggettiva della stessa. Pur confermando infatti la presenza presso il nosocomio della cittadina tirrenica, quale atto dovuto, della Commissione Aziendale per l’autorizzazione e l’accreditamento di Catanzaro che ha competenza sull’ASP di Cosenza, si precisa che il verbale redatto non riporta in nessuna sua parte la falsa notizia pubblicata in rete sul vostro giornale. A dimostrazione di quanto affermato la Commissione infatti non ha previsto alcuna chiusura del pronto soccorso. La Commissione di che trattasi, ha unicamente evidenziato alcune criticità che allo stato sono state già prese in considerazione e delle quali si è già dato mandato per la risoluzione agli uffici competenti. Si sottolinea altresì che il pronto soccorso dell’Ospedale di Praia a Mare è perfettamente funzionante ed operativo. DiREZIONE STRATEGICA ASP COSENZA”. 

Ma allora qual è la verità? 

Intanto un doverosa precisazione: il pronto soccorso dell’ospedale di Praia a Mare non esiste e se è per questo, com’è a tutti voi noto, non esiste nemmeno l’ospedale. Il commissario ad acta alla sanità Massimo Scura non ha effettuato nessun inserimento della struttura nel famigerato decreto 64 e pertanto quello che in modo ingannevole viene definito ospedale è giuridicamente, a tutti gli effetti di legge, solo e soltanto un capt, un centro di assistenza primaria territoriale, un struttura sanitaria dove si curano patologie lievi senza poter in alcun modo intervenire sulle emergenze – urgenze. Già solo per questo il comunicato dell’Asp contiene false precisazioni.

Di conseguenza ciò che viene volgarmente chiamato pronto soccorso altro non è che un punto di primo intervento, una sorta di pit stop stabilizzante per le patologie gravi in attesa di trasporto presso veri e propri ospedali, dove, ad esempio, si può intervenire chirurgicamente su un infarto e una emorragia in corso. Al capt di Praia a Mare invece esistono solo i primari dei reparti, con tanto di lauto stipendio e conseguente spreco di danaro pubblico, ma non i reparti di Medicina e Chirurgia.

Detto ciò, vi spieghiamo come nasce la reale notizia di una proposta di chiusura e qual è l’esito dell’ispezione.

L’insostenibilità del punto di primo intervento è un problema più che concreto. Esso dipende soprattutto dalle risorse umane mancanti sia nella unità operativa e sia, soprattutto, per l’assenza di specialisti chirurghi, cardiologi, ortopedici, ginecologi e pediatri che supportino con le loro consulenze i medici del reparto ppi.

Senza di questi non c’è alcuna garanzia per la salute dei cittadini. Il pronto soccorso, se questo lo si vuole far diventare in modo serio, deve avere secondo norma tutti questi specialisti, di cui al momento, appunto, non si vede neanche l’ombra.

Le carenze riguardano anche la Radiologia e il laboratorio analisi, come più volte abbiamo denunciato da queste colonne. Il reparto di Radiologia, solo per fare un esempio, funziona anche con il sistema della teleradiologia, cioè quando uno dei due medici non c’è ci sono i tecnici ad eseguire le radiografie, che poi vengono lette a distanza dal radiologo, ma se al paziente va eseguita un’ecografia di sicuro non può farla il tecnico. 

Senza troppo fronzoli: o si trovano i soldi oppure né si potrà mai parlare di riapertura. Se la situazione dovesse rimanere così il Dipartimento Regionale della Salute non rilascerà mai l’accreditamento. E se a questo si aggiungono anche le carenze igienico sanitarie, la proposta di chiusura è un atto dovuto.

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