In Calabria un tredicenne su due non sa l’italiano: lo scrive il sito del Corriere della Sera

Invalsi 2018, in Calabria un tredicenne su due non sa l’italiano. Inglese, gli immigrati meglio degli italiani

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In Calabria un tredicenne su due non sa l’italiano: lo scrive il sito del Corriere della Sera

In media solo il 65 per cento dei ragazzi delle medie ha un livello sufficiente di italiano. Ma le differenze tra regioni sono molto elevate. Bene il Nord Est. Inglese, in quinta elementare il 90 per cento è preparato.

di Gianna Fregonara

 

 

Terza media, solo due studenti su tre sono sufficienti

I risultati dell’Invalsi 2018 che gli studenti di seconda e quinta elementare, di terza media e di seconda superiore hanno sostenuto in primavera, mostrano molti dati interessanti e alcuni paradossi. Il primo risultato sul quale riflettere è numerico: come è possibile che con una percentuale praticamente del 100 per cento di promossi in terza media al test invalsi di italiano ottengano «risultati adeguati o più elevati», cioè dalla sufficienza piena in su, soltanto il 65,6 per cento degli studenti? Va addirittura peggio in matematica dove i «promossi», cioè coloro a cui è riconosciuto un livello di competenze matematiche sufficiente o più alto sono il 59,9 per cento.

 

Il tonfo del Sud

I dati generali sono spiegabili in parte con le grosse differenze tra regione e regione. In Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna più della metà degli studenti sono ad un livello inferiori a quello richiesto dalle indicazioni nazionali. addirittura in queste regioni ci sono differenze fortissime tra scuola e scuola. Un risultato che interroga sull’equità del sistema scolastico italiano: davvero le scuole danno le stesse opportunità a tutti i bambini? «Bisognerebbe intervenire scuola per scuola dove ci sono problemi – spiega Anna Maria Ajello, presidente dell’Invalsi – magari con professori specializzati in situazioni difficili. Ci vorrebbe un piano che incentivasse anche economicamente i professori migliori ad accettare le sfide in posti difficili». Il ministro Bussetti ammette che «ci vorranno interventi».

 

Guai a chi copia

quest’anno le prove Invalsi nella scuola media e superiore sono stati fatti al computer: ai ragazzi venivano mostrate domande differenti prese in una gigantesca banca dati dell’Invalsi che si trova online. Questa novità ha di fatto azzerato il cheating, cioè ha impedito ai ragazzi di copiare e ai professori di dare l’aiutino.

 

L’Italia connessa

Il fatto che la prova al computer non abbia creato alcun problema, o comunque abbia sollevato problemi che sono stati rapidamente risolti, significa che almeno dal punto di vista della connessione il sistema scolastico italiano è abbastanza organizzato. Soltanto in alcune scuole sull’Appennino ci sono stati disagi. Per il resto tutte le scuole sono riuscite a far sostenere gli esami agli studenti.

 

Il successo dell’inglese alle elementari

quest’anno per la prima volta sono stati fatti i test di inglese per capire il livello dei bambini delle elementari e delle medie. Buona la performance dei più piccoli. In quinta devono poter essere al livello A1 del quadro di riferimento europeo: il 92,4 per cento dei bambini di quinta lo ha superato in lettura e il 78,6 nella prova di ascolto. Al Nord i ragazzi sono risultati più preparati che al Sud.

 

Ma alle medie… indietro tutta

Ma al contrario il risultato delle scuole medie è stato molto deludente: In media il test di lettura lo hanno superato in tre su quattro (livello A2) e quello di ascolto il 56,1 per cento. In Calbria, Campania e Sicilia solo un ragazzo su tre ha superato il test.

 

La rivincita (in inglese) degli immigrati

Un segnale da valutare nel comprendere i risultati di questi test. Mentre nei test di italiano e matematica i bambini con back ground di immigrato hanno un rendimento medio inferiore ai ragazzini di madrelingua italiana, in inglese i bambini di seconda generazione (nati in Italia da almeno un genitore straniero) hanno risultati nettamente superiori ai loro compagni italiani. Come si può spiegare? «L’esposizione a più lingue fin da piccoli può averli aiutati», spiega il direttore dell’Invalsi Roberto Ricci.

Fonte: Corriere.it

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