Interdittiva antimafia al ristorante della Cittadella, la replica della società

La replica della società Ristorant Toscana dopo la notizia dell'interdizione antimafia

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Interdittiva antimafia al ristorante della Cittadella, la replica della società

Nel pomeriggio di ieri, il giornale on line Il Fatto di Calabria ha diffuso la notizia di un provvedimento emesso dal Prefetto di Prato, Rosalba Scialla, a carico del Gruppo Ristorart, l’impresa di ristorazione, con sede in Toscana e vincitrice di una procedura di gara pubblica con la proposta “Pecco”, Piazza etica Calabria contadina, che ha aperto nell’aprile scorso un punto ristoro al primo piano della Cittadella regionale, sita in località Germaneto di Catanzaro. Si tratta di una interdittiva antimafia. Le motivazioni sarebbero riconducibili a presunti contatti e infiltrazioni delle cosche di ‘ndrangheta del Crotonese. Tutte ipotesi che naturalmente saranno passate al vaglio di «altri uffici e altri gradi di prevedibile contenzioso, dal momento che l’azienda -scrive il sito di Domenico Martelli – ha ora 90 giorni per contrastare con un ricorso il provvedimento.

 

Nelle ore successive la nostra redazione ha ricevuto la replica della Ristorart Toscana Srl che pubblichiamo integralmente di seguito.

“Nel massimo rispetto di tutti gli organi istituzionali coinvolti e di 250 famiglie di nostri lavoratori, ci difenderemo in tutte le sedi opportune contro questo provvedimento, che riteniamo, infondato ed illogico.

Precisiamo che, come lo stesso provvedimento del Prefetto dichiara, non risultiamo indagati nel procedimento penale ed in base agli atti processuali non ci viene riconosciuto alcun ruolo, né di associato e né di concorrente.

Rispettosamente, senza entrare nel merito, ci  viene contestato con questo provvedimento di aver dato parte del servizio ristorazione presso il Cara di Crotone in subappalto, entro i limiti di legge e con l’autorizzazione della Prefettura competente, ad una azienda solo successivamente ritenuta mafiosa che già in precedenza effettuava, senza di noi, i servizi presso il Cara e che contestualmente svolgeva il servizio mensa anche presso la Questura di Crotone.

Insomma avremmo dovuto non seguire le indicazioni e le autorizzazioni ufficiali degli organi dello Stato, sapere quello che gli organi dello Stato non sapevano.

Ci sembra tutto veramente illogico e pericoloso.

Ristorart Toscana Srl”

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