Ponte di San Nicola, il sindaco Barbara Mele richiede verifiche all’Anas

"Al fine di dare opportune rassicurazioni alle popolazioni interessate ed evitare ingiustificati allarmismi", scrive il sindaco Barbara Mele

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«A seguito del tragico evento che ha interessato il viadotto “Morandi” di Genova, sono pervenute moltissime sollecitazioni da parte di cittadini sannicolesi e non che percorrono quotidianamente i ponti che collegano i territori di Praia a Mare, San Nicola Arcella e Scalea. Al fine di dare opportune rassicurazioni alle popolazioni interessate ed evitare ingiustificati allarmismi, si chiede come già avvenuto con nota del 4 novembre 2016, prot. n° 8684, di conoscere lo stato di sicurezza relativo a tutte le strutture stradali di Vostra competenza ricadenti sul territorio sanicolese». È questo il contenuto integrale della mail certificata che questa mattina il sindaco di San Nicola Arcella, Barbare Mele, ha provveduto ad inviare ad Anas e per conoscenza al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e alla Protezione Civile. L’oggetto della missiva telematica è “Richiesta verifica sui ponti ricadenti nel Comune di San Nicola Arcella.

 

Infatti, nonostante con il ponte di San Nicola Arcella si indichi comunemente il viadotto denominato Canal Grande, i ponti sannicolesi sono due e il secondo è quello ricadente in contrada Tufo.

Ma a destare maggiore preoccupazione in queste ore è proprio il cavalcavia Canal Grande, le cui controversie sono raccontate ormai da anni dalla stampa locale e dalle associazioni ambientaliste. La stessa amministrazione comunale guidata da Barbara Mele aveva richiesto delucidazioni in merito già nel novembre di due anni fa, come si evince nel documento qui di seguito.

 

 

All’epoca l’Anas, rispondendo alle richieste del sindaco, escluse categoricamente condizioni di degrado tali da rendere imminente un intervento di manutenzione, affermando che non ci fosse nessun pericolo di crollo. Contemporaneamente, l’ente nazionale per le strade ammise una generica «situazione di degrado del viadotto dovuta alla vetustà ed agli agenti atmosferici ed alla necessità di effettuare i previsti interventi manutentivi inseriti nel piano di fabbisogno quinquennale 2015/2019 in attesa di finanziamento». Ma da allora, due anni orsono, nessun intervento è stato effettuato e le immagini che arrivano dalle ispezioni effettuate sul posto non promettono nulla di buono.

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