Calabria: è morto Mario Congiusta, consumato dal dolore e dalla malagiustizia

Nell'aprile scorso la Cassazione aveva annullato la condanna all'ergastolo del boss Tommaso Costa, ritenuto nei primi due gradi di giudizio il mandante dell'omicidio di suo figlio Giancluca Congiusta. Poche settimane più tardi papà Mario ha scoperto di essere gravemente malato. Una patologia aggressiva e fulminea che l'ha consumato in pochissimo tempo

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Calabria: è morto Mario Congiusta, consumato dal dolore e dalla malagiustizia

Si è spento questo pomeriggio, intorno alle 18, nella sua casa di Siderno, ma Mario Congiusta era già morto la sera del 24 maggio del 2005, quando suo figlio Gianluca, imprenditorie di telefonia mobile, morì con crivellato da un colpo alla testa mentre era alla guida della sua auto per mano e per volere di persone che la giustizia calabrese non è mai riuscita ad individuare nonostante 13 anni di processi.

 

Papà Mario, supportato da sua moglie Donatella, aveva provato in questi lunghi anni in tutti i modi ad ottenere giustizia per suo figlio, a volte anche con proteste eclatanti, ma niente da fare. Proprio quando era vicino alla meta, lo Stato gli ha inferto un pesantissimo colpo. Il 19 aprile scorso la Corte di Cassazione ha annullato la condanna all’ergastolo che in Corte d’appello aveva inflitto al boss di Siderno Tommaso Costa, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Gianluca. Secondo il quadro accusatorio ricostruito dalla Dda di Reggio Calabria e poi dalla Procura generale, il giovane imprenditore sidernese sarebbe stato ucciso perché «per gli inquirenti – scrive l’Eco della Locride -, Antonio Scarfò, era venuto direttamente a conoscenza della richiesta estorsiva con la quale il boss pretendeva l’assunzione nell’impresa di famiglia di Pietro Costa, e informò sia la moglie sia Congiusta di quella lettera. Costa però non era “autorizzato” ad avanzare pretese criminali a Siderno e per questo avrebbe deciso di “eliminare” chiunque potesse esserne a conoscenza e quindi anche Congiusta». Ma la Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna.

 

LEGGI LA STORIA DI GIANLUCA CONGIUSTA

 

Un dolore così grande, quello di papà Mario, che lo aveva relegato a un insolito silenzio sul web. Il suo ultimo post risale al 15 giugno scorso, nel quale scrive: «Questo uno stralcio delle motivazioni in Corte di Cassazione. “Rimanendo all’interno del perimetro già ritenuto illegittimo “ Le lettere di Costa dal carcere sono considerate illegittime perche’ violano la privacy del detenuto. Se avessero ammesso queste lettere in dibattimento, oggi, si scriverebbe di una conferma di ergastolo e non di assoluzione. Questa la legge Italiana … Questa la giustizia in cui ho creduto fino a pochi mesi fa…».

Poi più nulla. Negli stessi giorni Mario scopriva di essere gravemente malato e anche se ha provato a lottare fino alla fine, oggi è arrivato il triste epilogo a liberarlo da una sofferenza che lo ha consumato giorno per giorno.

Grazie Mario per tutte le lotte.

Grazie per averci trasmesso l’amore per tuo figlio.

Grazie per non esserti mai stancato di chiedere giustizia.

Noi continueremo come sempre a lottare per questa terra, pur sapendo che forse è tutto tempo perso, e d’ora in poi ti immagineremo finalmente stretto nuovamente al tuo Gianluca.

Ciao Mario. Grazie di tutto.

Prima di avere un figlio spesso leggevo la preghiera di Douglas Mac Arthur

Dammi un figlio, Signore, che sia abbastanza forte da riconoscere la sua debolezza ed abbastanza coraggioso da affrontare se stesso davanti alla paura.

Dagli la forza di restare in piedi, dopo una sconfitta onorevole, così come la forza di restare umile e semplice dopo la vittoria.

Dammi un figlio, Signore, in cui i desideri non rimpiazzino le azioni, un figlio che Ti conosca e sappia conoscere se stesso.

Fa’ che percorra, Ti prego, non il sentiero dell’agiatezza e delle comodità, ma quello dello sforzo e della sfida nella lotta contro le difficoltà.

Insegnagli a tenersi diritto nella tempesta, ma ad avere comprensione per coloro che sono deboli.

Dammi un figlio che abbia un cuore puro ed un ideale elevato, un figlio che sappia dominarsi prima di voler dominare gli altri, un figlio che sappia ridere senza dimenticarsi come si fa a piangere, senza dimenticarsi del passato.

E dopo tutto questo, Signore, dagli, Ti prego, il senso dell’umorismo, cosi’ che viva con serietà, ma sappia guardare se stesso senza prendersi troppo sul serio.

Dagli l’umiltà che gli ricordi sempre la semplicità della vera grandezza; l’apertura di spirito della vera sapienza e la dolcezza della vera forza.

E allora io suo padre potrò mormorare
“Non ho vissuto invano”

Quel figlio invocato, il Signore me lo aveva dato.
Un assassino me lo ha ammazzato.

il papà di Gianluca Congiusta

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