Avvocati napoletani firmano la storia: in rivolta contro la Cassa Forense, approvata l'abolizione dei minimi contributivi previdenziali

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Avvocati napoletani firmano la storia: in rivolta contro la Cassa Forense, approvata l'abolizione dei minimi contributivi previdenziali

(Nella foto, un momento della votazione di ieri)
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Con 152 voti a favore, 2 contrari, 8 astenuti l’assemblea degli iscritti all’Ordine degli Avvocati di Napoli ieri ha approvato la delibera proposta da Nuova Avvocatura Democratica e presentata in assise dal Segretario Nazionale Avv. Salvatore Lucignano.
Ha fatto scalpore la circostanza che una delibera alternativa, presentata dal Consiglio dell’Ordine, attraverso il suo Presidente Avv. Armando Rossi, abbia raccolto solo uno sparuto numero di voti e abbia trovato, quindi, meno consenso.
La mozione di indirizzo politico fatta approvare da NAD che per l’indizione dell’assemblea ha raccolto 1400 firme tra i colleghi, pone ed impone all’organo di rappresentanza dell’avvocatura partenopea di portare al tavolo politico nazionale, in particolare presso gli organi della Cassa Forense, un’ipotesi di riforma della previdenza conforme a criteri di giustizia sostanziale e orientati costituzionalmente. NAD, infatti, dopo averne vagliati gli aspetti più delicati nelle proprie commissioni studio, ha proposto l’abolizione dei minimi contributivi previdenziali slegati dal reddito e una contribuzione previdenziale stabilita in misura proporzionale e progressiva rispetto al reddito degli avvocati italiani, da attuarsi nel rispetto degli artt. 23 e 53 della Costituzione.
Ad oggi, in un sistema giuridicamente perverso dove la ricerca della giustizia impatta con la misera di leggi inique e incentrate sugli interessi di casta, fondate sul tradimento di un patto intergenerazionale a danno delle giovani generazioni, ci sono avvocati (un terzo sul territorio nazionale, in misura molto maggiore nel meridione) che sono costretti a versare obbligatoriamente alla Cassa oltre il 40% del proprio reddito. Fino all’ultimo si è sperato che l’intera assemblea si esprimesse sulla mozione in maniera unitaria e coesa. Forse nel tentativo di disinnescare la forza esplosiva di un’associazione neonata che nel giro di pochi mesi si è posta al centro della politica forense partenopea ed italiana, è stata proposta la mozione del COA da parte del Presidente Rossi che, seppure in parte ricalcava la proposta di NAD, poneva l’accento sulla sostenibilità di sistema ed auspicava l’ennesimo tavolo di studio.
Sotto questo ultimo aspetto NAD è stata chiara sin dall’inizio e su questa chiarezza ha costruito il proprio successo. La politica va posta al centro del dibattito e con essa i concetti etici e giuridici di solidarietà, giustizia, equità. I criteri ragionieristici vanno piegati a questi principi, indegna ed inammissibile l’opzione inversa. La sconfitta politica degli attuali organi di rappresentanza, mostra la profondità incolmabile della frattura tra rappresentanti e rappresentati.