Calabria: «Apprensione per 34 tonnellate di amianto nell’area di Calamizzi di Reggio»

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Calabria: «Apprensione per 34 tonnellate di amianto nell’area di Calamizzi di Reggio»

L’amianto è stato rinvenuto nelle strutture che ospitano l’impianto di manutenzione-convogli di proprietà di Trenitalia
 
«Esprimiamo apprensione per l’incolumità e la salvaguardia della salute dei cittadini nonché per la tutela e il risanamento ambientale dopo le denunce sindacali riportate dagli organi di stampa in merito alla presenza di 34 tonnellate di amianto nelle strutture che ospitano l’impianto di manutenzione-convogli di proprietà di Trenitalia nell’area di Calamizzi a Reggio Calabria».
E’ quanto affermano in una nota congiunta di qualche giorno fa i consiglieri regionali Domenico Battaglia, Giuseppe Neri, Sebi Romeo, Giovanni Nucera e Francesco D’Agostino.
«L’impiego dell’amianto è stato bandito dal lontano 1992 attraverso una legge dello Stato che prevedeva, tra l’altro, la rimozione del materiale con successiva bonifica dei luoghi, in ragione della sua pericolosità insita nella possibilità di rilasciare fibre potenzialmente inalabili dall’uomo – prosegue la nota -. La Regione Calabria a tal proposito, con legge n. 14/2011 aveva deliberato una serie di interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini attraverso norme relative all’eliminazione dei rischi derivanti dall’esposizione a siti e manufatti contenenti amianto, adottando successivamente il Piano regionale Amianto per la Calabria (P.R.A.C).
La stessa legge – concludono i consiglieri regionali Domenico Battaglia, Giuseppe Neri, Sebi Romeo, Giovanni Nucera e Francesco D’Agostino – stabiliva l’obbligo di comunicazione da parte dei soggetti pubblici e privati (proprietari di edifici, manufatti, impianti e luoghi) nei quali vi fosse la presenza di amianto, prevedendo in capo ai Comuni la prescrizione del relativo censimento. Rispetto a questi adempimenti, molti Comuni risultano in forte ritardo, con l’aggravante che, ad oggi, non disponiamo di una mappatura certa e definita dei siti interessati dalla presenza di tale materiale e di conseguenza, non possono essere svolte le azioni previste di monitoraggio, vigilanza e controllo da parte dell’Arpacal, delle Asp e degli agenti di polizia locale».

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