Depositata in Italia la prima Interrogazione Parlamentare sui preti pedofili [VIDEO]

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Depositata in Italia la prima Interrogazione Parlamentare sui preti pedofili

La proposta di Rete L’abuso è stata accolta dal deputato savonese M5S Matteo Mantero (la vignetta in copertina è tratta dal blog massimilianofrassi.it)
 
Un evento storico per il nostro paese che, a differenza di molti altri dell’UE, dopo lo scandalo dei preti pedofili iniziato anche in Europa nel 2009, non si era mai interessato al fenomeno, al punto che ancora oggi il Governo italiano non è in grado di fornire dati sull’entità del problema.
Nel 2002 a sollevare per la prima volta la questione fu il Presidente degli eurodeputati Radicali Maurizio Turco che, però, non riuscì a stimolare l’interesse della politica italiana.
Anche la Rete L’ABUSO, in questi anni, ha cercato in più occasioni di sollecitare le forze politiche che, in ben tre occasioni, ci diedero udienza ma non si riuscì ad arrivare al deposito di un documento che desse il via quantomeno ad una presa di consapevolezza, da parte del Governo e delle Istituzioni, sull’inequivocabile fatto che, anche in Italia, esiste questo problema e da quanto è emerso dalla recente denuncia contenuta nel libro di Gianluigi Nuzzi, riproposta da LE IENE nei servizi di Gaetano Pecoraro, sembra tutt’altro che sotto controllo.
Perseverare certe volte è diabolico, ma non ci siamo arresi e finalmente abbiamo trovato non solo l’attenzione, ma anche la concretezza e la disponibilità del Deputato savonese Matteo Mantero (M5s), al quale, negli ultimi mesi, abbiamo argomentato le nostre preoccupazioni, non solo legate alla fallimentare gestione del problema da parte della Santa Sede, ma sopratutto all’assenza delle istituzioni su un problema così grave per la salute psicofisica di cittadini minorenni.
L’interrogazione a risposta scritta 4/18626 depositata lunedì 27 novembre che vede come destinatari: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, MINISTERO DELL’INTERNO, MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, si basa principalmente sulle raccomandazioni avanzate alla Santa Sede il 25 febbraio 2014 dal Comitato ONU per la tutela del fanciullo, raccomandazioni alle quali la Santa Sede avrebbe dovuto rispondere il primo settembre scorso, ma non lo ha fatto.
Anche per questo motivo è di fondamentale importanza che a mettere mano al problema siano le istituzioni, un problema che, è bene ricordare, non essere materia di fede o di libertà di religione, ma un crimine ai danni di cittadini in età minore, quindi particolarmente fragili ed indifesi.
Nel documento depositato lo scorso lunedì si interroga anche sull’efficacia del così detto “certificato antipedofilia” introdotto in Italia il 6 aprile del 2014 che, come abbiamo fatto notare al Deputato Matteo Mantero, presenta diverse lacune. Sono infatti esentati dall’esibire il documento i lavoratori autonomi, l’intera categoria del volontariato, scout, allenatori, sacerdoti ecc., paradossalmente le categorie che da sempre sono quelle più a rischio.
Nella conferenza stampa indetta dalla Rete L’ABUSO che si è tenuta giovedì 30 a Genova, oltre all’illustrazione dell’Interrogazione Parlamentare, si è discusso anche della responsabilità civile dello Stato Italiano che ha sottoscritto, come la Santa Sede, la Convenzione ONU per la tutela del fanciullo e che, di fatto, sta permettendo alla sola categoria dei sacerdoti cattolici di commettere le stesse violazioni che la Commissione ONU ha contestato alla Santa Sede, anche sul suolo italiano.
di Francesco Zanardi
 

 

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