Divieti su cibi e bevande, l’ordinanza sindacale che danneggia Praia a Mare e i suoi commercianti

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Nella foto, il sindaco Antonio Praticò durante l’ultimo comizio della campagna elettorale del maggio scorso. I risultati delle urne lo hanno riconfermato sindaco di Praia a Mare per la quarta volta. Dal 2002 al 2007 fu invece suo fratello Biagio a guidare la città dell’isola Dino

 

Praia splende? Forse sì, ma è come una bella bomboniera sotto la quale si nasconde un bel po’ di polvere. Lo sanno bene i suoi cittadini che da tempo fanno i conti con le controversie di un’amministrazione che un giorno è capace di aggiudicarsi bandiere blu e tappe del Giro d’Italia, civilizzarsi con le apposite macchinette per i bisogni dei quattro zampe e stringere accordi con l’Università Popolare Nuova Scuola Medica Salernitana, un giorno salassa i suoi cittadini aumentando le tasse alle stelle e installando semafori che infliggono anche 235 euro di multa a chi passa anche più volte al giorno, in pieno centro, per la strada principale del paese.
L’ultima trovata dello storico primo cittadino Antonio Praticò, destinata a generare una vera e propria rivolta tra i commercianti, è l’ordinanza sindacale pubblicata questa mattina sull’albo pretorio on line, dopo essere stata annunciata giorni fa sulla pagine facebook dell’ente.
Gli intenti, per carità, sono nobilissimi – «ordinanza sindacale disciplinante interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, della pubblica incolumità della pubblica sicurezza e dell’igiene pubblica» -, ma le conseguenze saranno decisamente contro producenti.
In sostanza, la delibera (consultabile cliccando QUI) ordina ai commercianti il «divieto assoluto di vendere per asporto o somministrare bevande, di qualsivoglia natura, in contenitori e bottiglie di vetro e lattine dal lunedì al venerdì dalle ore 22:00 alle ore 7:00 e per le giornate di sabato e domenica dalle ore 23:00 alle 7:00», di «vendere per asporto dalle ore 1:00 alle ore 7:00 dal lunedì alla domenica cibo, pizze, pizzette, cornetti, panini, arancini e prodotti similari», di attenersi all’obbligo di «provvedere, salvo impedimenti, negli orari di inutilizzabilità del suolo pubblico, nei periodi di ferie o di chiusura forzata per altri motivi, a rendere inutilizzabili da parte di eventuali passanti gli arredi, i tavoli, sedie e ombrelloni», evitare che «gli avventori gettino rifiuti di ogni genere al suolo».
Ed inoltre, «a chiunque nel territorio comunale è fatto divieto, per tutta la giornata, il consumo su aree pubbliche (parchi, giardini, piazze, lungomare, viale della Libertà e relative panchine) o su arre private ad uso pubblico, bibite o alcolici in contenitori, bottiglie e bicchieri di vetro, nonché lattine, acquistati o a qualsiasi titolo acquisiti altrove, nonché il consumo di pizze, pizzette, arancini o generi alimentari similari. È fatto altresì divieto di circolare o stazionare per le pubbliche vie o aree pubbliche con bevande di qualsiasi natura in contenitori di vetro e/o lattine nonché preparati alimentari già pronti al consumo (come pizzette, pizze, arancini, panini e similari».
«Sarà consentito invece – continua l’ordinanza – vendere e somministrare bevande alcoliche e super alcoliche all’interno dei locali dove viene esercitata l’attività fino alle ore 1:00». Ma si precisa che «per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande queste prescrizioni sono limitate alla sola attività di bar. Qualora le bevande dovessero essere somministrate con i pasti serviti ai tavoli (non al banco) le stesse potranno essere servite in qualsiasi contenitore fino alle ore 1:00».
Tutto qui? Macché. Gli esercizi i titolari di esercizi pubblici che intendono utilizzare impianti a diffusione sonora, dalle 22:00 in poi dovranno tenere necessariamente le porte chiuse e massimo fino all’1:00.
Quindi, ricapitolando, per contrastare la movida notturna e il conseguente degrado urbano e sociale legato al consumo smodato di alcool, sarà necessario non non bere e mangiare dopo le 22 sul suolo pubblico, a patto che al tavolo di un locale, ma non sia mai al banco, il cliente accompagni la bevanda con un piatto, ma fino all’una, perché se uno decide di andare a mangiare a mezzanotte e all’1:oo è ancora al secondo birra e vino devono sparire dal tavolo. Per di più chi intrattiene i clienti con la musica dovrà starsene con le porte chiuse se no disturba la quiete notturna, ma pure di giorno si dovrà stare all’erta perché per esempio mangiare una pizzetta su una panchina del lungomare sarà un gesto punibile con ammenda.
Insomma, considerato che Praia a Mare è una città turistica e che annovera centinaia tra bar, ristoranti, pub, pizzerie, yogurterie, gelaterie, friggitorie, pizzetterie e cornetterie, questa più che un’ordinanza a tutela dei cittadini è sembrato un vero e proprio suicidio turistico ed economico. Sul web i cittadini hanno fatto già sapere che dalle 22:00 in poi, per evitare ogni problema, saranno pronti a trasferirsi nei locali dei Comuni limitrofi.
I commercianti, chiaramente, non ci stanno e pare stiano già preparando delle azioni eclatanti per protestare contro l’ordinanza, mentre il capogruppo della minoranza, Norina Scorza, ieri ha indetto una petizione popolare contro l’attuale amministrazione (clicca qui per leggere la notizia) perché i cittadini pare si sentano ormai esasperati da tasse e decisioni imposte dal sindaco, che i suoi consiglieri subirebbero senza poter replicare.