Ernesto Magorno non è più segretario regionale del Pd calabrese, ma non si è dimesso

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Ernesto Magorno non è più segretario regionale del Pd calabrese, ma non si è dimesso

Dopo la tragicomica figura del Partito Democratico alle elezioni politiche di due giorni fa, i segretari regionali, uno ad uno, si stanno dimettendo, chi per senso di responsabilità, chi per dovere morale. Tra quelli che non hanno rassegnato le dimissioni, e non lo farà, c’è sicuramente il calabrese Ernesto Magorno, il quale nonostante i compagni di partito lo indichino come l’autore dello sfascio del partito renziano in terra bruzia, è stato promosso da deputato a senatore della Repubblica grazie a una delle leggi elettorali più contorte e insensate del dopoguerra.
 
Ma non si dimetterà, dicevamo, perché non ce n’è più bisogno. Il motivo è presto detto. Il mandato da segretario regionale è scaduto formalmente lo scorso 23 febbraio e oggi, a tutti gli effetti, Magorno non ricopre più la carica, al di là degli esiti che hanno inflitto le urne. È lui stesso a comunicarlo in una nota pubblica, nella quale spiega anche il prossimo passo da fare: “A breve saranno convocati gli organismi di partito per avviare la campagna congressuale e stabilire in maniera collegiale il percorso che ci porterà all’elezione del nuovo segretario”.
Chi sarà dunque il nuovo segretario regionale del Partito Democratico calabrese? Per il neo senatore la (dis)avventura da segretario regionale potrebbe definitivamente finire qui, poiché nei mesi scorsi aveva già reso noto, per quel che valgono oggi le promesse in politica, che non si sarebbe più ricandidato per quel ruolo che a dire il vero gli ha procurato più grattacapi che soddisfazioni.
 
Ma in molti si chiedono: se il mandato non fosse scaduto, avrebbe mai avuto il buon senso di dimettersi alla luce dell’enorme perdita di consenso del Pd a cui lui ha contribuito in maniera inequivocabile? Questo non lo sapremo mai, ma possiamo leggere un accenno di autocritica nel comunicato affidato alla stampa, benché rimanga una dichiarazione generalista se pronunciata nella forma del politicamente: «Quella in Calabria è stata una sconfitta netta, che pesa sulle spalle del gruppo dirigente del Pd Calabria, innanzitutto del segretario regionale, di cui per intero intendiamo assumercene la responsabilità politica».
Poi aggiunge: «L’espressione del voto, omogenea nel Paese e nel Mezzogiorno, interroga tutti coloro che hanno avuto ruoli di conduzione politica e ci impone una necessaria e salutare fase ricostituente: nella linea politica, nella selezione dei temi e nella costruzione della classe dirigente». Soprattutto nella costruzione della classe dirigente. Magorno lo sa ma non si sbilancia, né su questo argomento né su quelli futuri.
Essere uscito quasi indenne da una gestione disastrosa del partito, dal punto di vista personale, dei rapporti e delle polemiche, e politico, dal punto di vista dell’inettitudine, del menefreghismo e delle distanze, è già di per sé un traguardo importante.