Quel che forse non sapete sul Capodanno a Maratea

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La diretta televisiva è stata seguita da quasi dieci milioni di spettatori

Spettacolo straordinario, spettacolo retrò, cantanti affermati, sempre i soliti artisti, conduzione impeccabile, ma quante gaffe. Succede sempre così, quando un evento o un fatto ha una forte rilevanza, ognuno di noi si sente in dovere di dire la sua e tanto piacere se poi si finisce con il parlare a vanvera e magari senza avere le giuste conoscenze, il web ci ha ormai abituati alla tuttologia da tastiera.
Così il giorno dopo i marateoti erano fieri e soddisfatti del magistrale Capodanno in diretta nazionale, mentre i vicini, presi un po’ da invidia e qualche bruciore di stomaco, hanno cercato il pelo nell’uovo: la gaffe di Patty pravo sulla data, la dimenticanza su Pino Mango, l’errore di Marco Carta che confonde Maratea con Matera, le stecche di Raf, il ballo del qua qua qua di Romina Power e Al Bano e via dicendo. E come sempre, le questioni reali passano in secondo piano, finendo in fretta e furia nel dimenticatoio.
In questa sede ci importa assai poco assegnare un giudizio, un voto al Capodanno di Maratea e ai suoi artisti, che non sta a noi giudicare e che comunque hanno regalato un signor spettacolo, ma vorremmo piuttosto mettere i puntini sulle i su altre faccende.
Tanto per cominciare, in piazza c’erano diecimila persone, o giù di lì. Ma la piazza, lo spazio era quello e non si poteva fare altrimenti, e anche se qualcuno voleva farlo passare come il concertone dei Rolling Stone, i numeri non sono mai, fortunatamente, una opinione.
Ma c’entra poco, la sbandierata operazione di marketing, che c’è stata eccome, ha fatto leva sui quasi 10.000.0000 di spettatori, leggasi dieci milioni, che hanno seguito l’evento in tv, mentre scorrevano le immagini della splendida cittadina, l’unica sul litorale tirrenico della Basilicata con i suoi oltre 30 km di costa.
Una pubblicità senza eguali, un biglietto da visita immediato, altro che film erotici e tette al vento usati come escamotage da alcune rinomate sagre culturali dei cugini calabresi.
Ma come al solito, quando un evento riesce male è colpa degli altri, quando invece una cosa è fatta bene, il merito è sempre di chiunque. Non è così neanche in questo caso.
Il merito dell’evento è di sole due persone: si chiamano Marcello Pittella e Paride Leporace.
Il primo, lo conoscono tutti, ed è il presidente della Basilicata, fratello di Gianni, vicepresidente del parlamento europeo, figlio di Domenico detto Mimì, ex senatore della Repubblica e politico di lungo corso, pioniere del biniomio sanità e politica, il secondo lo conoscono in molti, e sanno che dopo la sua annosa carriera da giornalista e direttore di quotidiani si è lanciato, con successo, nell’avventura di quella miniera d’oro che è la Lucana Film Commission, il cui consiglio, di cui fa parte anche lo stesso Pittella, lo ha nominato primo direttore.
Tutto bene, per carità, ma bisogna tenere presente che i miracoli al giorno d’oggi non li fanno nemmeno i santi e che ogni cosa si muove per interessi e denaro. Chi pensa infatti che il Capodanno a Maratea sia frutto di un’ineguagliabile capacità amministrativa di chicchessia, si sbaglia di grosso. L’evento è stato realizzato in previsione di Matera capitale della Cultura 2019 (l’anno scorso la Rai festeggiò la mezzanotte di San Silvestro da Potenza) e pertanto attorno all’improvvisa riscoperta di questa regione ci sono immancabilmente soldi a valanga e potere ai piani alti della società. I fondi di sviluppo per Matera 2019 sono quantificati in 400 milioni di euro e alla Basilicata lo Stato ha regalato fondi a pioggia per finanziare la cultura in generale e finanche per le sagre di paese, comprese il Salsicciafestival di Cancellara e il porklandia di Picerno.
In sostanza, nessuna particolare velleità di Maratea e dei marateoti in questa vicenda, se sei l’uomo giusto al momento giusto, e magari hai un fratello a Bruxelles, il Capodanno Rai lo puoi fare anche a Scasazza.

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