Tragedia sfiorata a Belvedere, mezzo si ribalta nei pressi dell’istituto Magistrale

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L’incidente che ha visto la gru ribaltarsi nella strada sottostante, ha provocato un forte boato

 

I lavori nel centro storico per il ripristino dell’area nuova dei licei belvederesi, avrebbero dovuto essere terminati nel marzo scorso, ma in Calabria evidentemente le regole sono fatte per essere infante. E così, a forza di sfidare la sorte, a volte si sfiorano le tragedie come quella che stava per accadere questa mattina, quando una gru si è ribaltata sfondando un muro di cinta. Nella caduta la gru ha schiacciato un’auto che si trovava parcheggiata proprio sotto, che sembrerebbe appartenere a un dipendente del Comune di Belvedere, assunta con contratto a tempo determinato.

Al di là dell’incidente in sé, che fortunatamente ha lasciato illeso il conducente, la vicenda mette in risalto questioni ben più gravi e che già tempo fa erano stato oggetto di polemiche. Il mezzo, infatti, è precipitato a pochi metri dallo stabile che ospita il liceo magistrale, mentre gli studenti erano tutti in aula. Ma solo il fato benevolo ha evitato il peggio. La strada su cui ora giacciono le macerie, è l’arteria che gli studenti percorrono per entrare in classe e poi far ritorno a casa. Ad ogni modo, la strada è una via di passaggio e pertanto l’ennesimo caso fortuito è che in quel momento non transitasse nessun veicolo.

Del pericolo erano tutti al corrente. Si era persino detto che durante l’uso dei mezzi pensati le lezioni sarebbero state sospese per una decina di giorni. Ma così non è stato. Meglio lasciare le cose al caso, che lui, il caso, sa sempre come comportarsi, che se alla fine non fosse successo niente, chi mai se ne sarebbe accorto che qui si fa tutto alla buona?

Pericolo dunque scampato? Macché. Tra i lavori che si stanno realizzando risulta anche la rimozione di vecchie lamiere di amianto, il che farebbe intuire la presenza di fibre di amianto nell’aria. A pochi metri da una scuola. Senza che sia stata adottata nessuna precauzione. Perché qui, sull’alto Tirreno cosentino, le persone sono solo numeri e voti. Chi deve fare non fa e chi sa, si gira dall’altra parte per non avere problemi.