Calabria, emergenza mare sporco: le imbarazzanti immagini inviate dal Codacons

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Riceviamo e pubblichiamo
“Un tuffo dove l’acqua è più blu” cantava molti anni addietro Lucio Battisti, altri tempi certo, soprattutto se paragonati allo spettacolo che si è presentato dinnanzi ai numerosi bagnanti questa mattina a Sellia Marina. Uno tra gli arenili più belli e vasti della costa jonica catanzarese, oggi si presentava in condizioni “vergognose” . Intorno alle 10,30 solo i più coraggiosi hanno sfidato la calura estiva per immergersi nelle acque invase da liquami marroni. Purtroppo quella costa, la cui bellezza incantò il mitico Ulisse, ha perso l’antico splendore, per l’arroganza, il disinteresse, l’inciviltà di alcuni. E così ora, continuando con le parole di Battisti, l’acqua non è più blu, ed assume differenti ed inquietanti colorazioni. E che la situazione, ben più generale, sia arrivata al limite della sopportazione lo dimostra anche l’azione intrapresa dal Codacons, che ha diffidato Regione e tutti i Comuni calabresi a fornire atti e documenti circa il funzionamento dei depuratori nonché conoscere le unità immobiliari i cui scarichi, attualmente, non risultano essere collegati al depuratore.
L’Associazione ha, altresì, presentato un esposto in Procura perché – sostiene Francesco Di Lieto – “non è possibile che non si riesca a monitorare i torrenti e far funzionare i depuratori” devastando la più grande risorsa calabrese. Il Codacons ha denunciato l’assurda situazione, documentando le condizioni del mare ed ha invitato la Procura ad intervenire, per accertare tutte le responsabilità, anche di carattere omissivo.
Vogliamo sapere – incalza Di Lieto – se vi sono sversamenti fognari direttamente in mare, se i depuratori sono perfettamente funzionanti, se le Amministrazioni effettuano tutti i controlli per accertare e reprimere le eventuali condotte illecite. Del resto le segnalazioni che giungono dalle spiagge, da parte di bagnanti furiosi, la dicono lunga sullo stato di precarietà igienico-sanitaria del mare. Non è un fenomeno isolato ma, piuttosto, una costante. A nulla sono valse le segnalazioni effettuate alla Capitaneria di Porto di Crotone, evidentemente oberata da richieste di intervento.
Stesso discorso dicasi per i Comuni che, colpevolmente, tendono a nascondere il problema, come se la colpa fosse dei bagnanti per aver sporcato le altrimenti cristalline acque. E così come ogni estate, si rinnovano stancamente due riti che i Calabresi hanno oramai imparato a conoscere: Da una parte, il mare sporco, a tratti praticamente non balneabile, dall’altra, le Amministrazioni che accusano chi solleva il problema, perché in questo modo “si allontanano i turisti”. Come se i “turisti” non vedessero da soli quello schifo galleggiante. E così, mentre di turisti se ne vedono sempre meno continuiamo a fare il bagno nell’acqua sporca… ma senza clamore, in fondo tra poco anche questa estate passerà in archivio. E così, in attesa di essere smentiti, magari attraverso una affollata conferenza stampa, dove saranno diffusi dati e analisi capaci di ritrarre un mare che, per la follia di alcuni, non c’è più, ai bagnanti non rimane che confidare nelle correnti e nella enorme sopportazione del nostro mare. A tanto dovremmo rassegnarsi – conclude Di Lieto – almeno fino a quando Cittadini e operatori turistici continueranno a tollerare questo scempio.




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