Esplosione al liceo Metastasio di Scalea, presidio di legalità: i topi di fogna sono tornati

0
Esplosione al liceo Metastasio di Scalea, presidio di legalità: i topi di fogna sono tornati

(Fonte foto: dal web)
«Nei giorni scorsi un ordigno è esploso sotto una finestra del liceo in cui insegno. Divelta la tapparella, in frantumi i vetri. Nessun danno a persone, per fortuna. Il segnale è forte. La scuola è un presidio di legalità, il mio liceo lo è, anche perché impegnato da anni in attività di contrasto all’illegalità, in collaborazione con Libera, Save the children e altre associazioni del territorio.
In qualità di docente referente per l’Educazione alla legalità presso il Metastasio, come cittadina, non posso che stigmatizzare quanto è accaduto, un atto vile, intollerante e intollerabile, da cui prendo le distanze e da cui faccio iniziare un rinnovato e più forte impegno. Nessuna paura, quindi, respingo ogni intimidazione, se di questo si tratta, e ribadisco di continuare, in collaborazione con i colleghi, nella difficile opera di formazione umana, culturale e civile più convintamente di prima.
Se ciò è accaduto, significa che i nostri sforzi e le nostre azioni non sono ancora sufficienti, necessita un surplus di responsabilità e attenzione anche verso il mondo esterno alla scuola. Approfitto di questo mio post per ringraziare quanti ci stanno testimoniando la loro solidarietà, a iniziare dai Licei di Belvedere Marittimo».
A parlare è Tania Paolino, docente del liceo Pietro Metastasio di Scalea ma anche giornalista di lunga data, donna tutta d’un pezzo, intellettualmente onesta, che il territorio lo conosce come le sue tasche. L’episodio risale alla notte tra giovedì e venerdì scorsi, ma ne ha dato notizia soltanto oggi, perché certi bocconi amari ci si mette un bel po’ a mandarli giù.
Tra studenti si parla di un petardo, di un’infelice goliardata come ne accadono spesso, purtroppo, in ogni dove. Forse gli studenti non si sono neppure resi conto di ciò che è accaduto: «Probabilmente è il gesto di un deficiente, magari uno di noi». Magari qualche genio che voleva evitare l’interrogazione del giorno dopo. E noi sinceramente, per quanto paradossale, facciamo il tifo per questa versione.
Ma a sentire certe altre voci, quelle un po’ più fondate, pare che lo scoppio dell’ordigno, tra l’altro di modeste dimensioni, suggelli definitivamente il ritorno dei topi di fogna, dopo che nelle settimane scorse un ordigno è stato piazzato qualche centinaio di metri più in là, all’entrata di un’azienda di materiale edile (clicca qui per leggere l’articolo) e un altro che è scoppiato in un palazzo nella cittadina limitrofe e che stava per trasformare una tranquilla serata di paese in una vera e propria tragedia (clicca qui per leggere l’articolo).
Ma chi sono i topi di fogna? Ebbene: i topi di fogna sono coloro che rappresentano un pericolo per l’incolumità, escono dalle loro tane solo se costretti e vivono negli stagni, nelle discariche e, appunto, nelle fogne. Perché quello è il loro habitat naturale. La sporcizia, il lurido, il lerciume, il letamaio. Laddove per tutte queste cose si intende la malavita organizzata, locale e non. Bestie senza cuore e senza cervello, che per un tozzo di pane e un grammo o più di droga, hanno già dato l’anima al diavolo e sono disposti a vendere anche le proprie madri.
E cosa c’entra il liceo con questi scarti della società? Giovedì sera proprio a Scalea, nella parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, si è tenuto un convegno alla presenza di numerose figure istituzionali laiche e religiose, che hanno ripetuto una volta di più che verranno impegnate tutte le forze possibili e immaginabili per annientare il potere, o quello che rimane, di questa sottospecie di uomini, fino a neutralizzarli. E forse i topi di fogna non devono averla presa bene, così hanno pensato, innescando un ordigno nella scuola-simbolo per la lotta alla legalità, di far sapere che sono vivi, che sono tornati. Anzi, non se ne erano mai andati, ma per un po’ le operazioni Plinius, Frontiera e 5 Lustri li avevano costretti a rimanere nel buio delle loro vite. Adesso rialzano la cresta. Anzi, agitano la coda viscida.
Ma noi continuiamo a sperare che questa sia solo una contorta e insensata ricostruzione di una visione troppo pessimistica dei fatti e continuiamo a tifare per la teoria del coglione sognava di diventare un eroe.

Clicca qui per seguire la pagina facebook La Lince e rimanere sempre aggiornato