Riace, Lucano: «Siete tutti miei giudici», e Cirillo incanta la piazza [VIDEO]

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(Fonte foto: Iacchite’)
Ieri a Riace si è tenuto l’incontro promosso dai simpatizzanti del sindaco Mimmo Lucano giunti in paese da tutta la Calabria. Diverse centinaia di persone si sono strette attorno al sindaco esprimendo piena solidarietà nei suoi confronti e totale fiducia nel suo operato.
Tra questi Francesco Cirillo, giornalista, ambientalista, attivista politico e amico di lunga data del sindaco Lucano, che proprio una ventina di giorni fa aveva attraversato quasi tutta la Calabria per onorare l’impegno di celebrare il suo matrimonio nella città di Diamante. Nella serata di ieri ha preso il microfono e ha parlato alla folla spiegando, per filo e per segno, come funzionano le cose in Calabria.


Ma la giornata di ieri in quel di Riace è stata lunga. Il racconto che state per leggere è tratto dal sito Iacchite’, diretto dal giornalista Gabriele Carchidi.
“Lucano, visibilmente emozionato, ha iniziato a parlare dicendo: «Io sono abituato a pensare alle responsabilità partendo da me. E se ho sbagliato è giusto che pago. Io non dirò mai la colpa è di questo o di quello, né mai dirò la colpa è dei magistrati, anzi ben vengano i magistrati, che indaghino a fondo e finché lo riterranno utile. Io stesso ho chiesto ed ottenuto di essere ascoltato dai magistrati che mi hanno convocato per martedì in procura. Quello che gli dirò a loro, è quello che dico a voi stasera che come loro siete miei giudici. Tutti voi presenti qui, siete miei giudici».
Lucano continua spiegando le ragioni che secondo lui hanno portato la procura di Locri ad emettere un avviso di garanzia nei suoi confronti, e ricostruisce le visite ispettive che nell’ultimo anno ha subito. Dice che le relazioni, seppur esaltando il modello Riace, alla fine concludevano evidenziando “criticità” amministrative. E per questo lui più volte ha scritto alla prefettura di Reggio Calabria esponendo le sue controdeduzioni, ma il rapporto con il prefetto, dice Lucano, non è dei migliori. Tant’è che dice: “Ho chiesto più volte i risultati della seconda ispezione, e nonostante la richiesta ufficiale, quegli atti non li ho mai avuti”.
Racconta che durante il primo monitoraggio, qualche membro del comitato ispettivo “si era premurato” di far arrivare la “velina” sui risultati dell’ispezione al quotidiano “Il Giornale” e da lì è partita la campagna di denigrazione del modello Riace. Concretizzandosi anche con la richiesta di manifestare a Riace, con l’autorizzazione della questura di Reggio, diverse organizzazioni fasciste (Forza Nuova e Movimento Sociale)”.

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