Fine del commissariamento della sanità in Calabria, Oliverio e i sindaci oggi ci riprovano

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Fine del commissariamento della sanità in Calabria, Oliverio e i sindaci oggi ci riprovano

Il presidente della Regione oggi in visita al Ministero della Salute, ricevuto dalla ministra Beatrice Lorenzin
 
Dopo l’inaugurazione farsa dell’ospedale di Praia a Mare, dopo la sceneggiata sull’incatenamento a cui nessuno aveva creduto per un solo istante e dopo l’incontro con i sindaci dello scorso 29 novembre, il governatore della Calabria, Mario Oliverio, riparte alla volta del Ministero della Salute in Roma per (ri)chiedere la tanto attesa fine del commissariamento calabrese, sette lunghi disastrosi anni durante i quali non è stato risanato nessun debito e a fronte della chiusura di 18 ospedali calabresi su 38 sono spuntate cliniche private come i funghi dopo la prima pioggerellina autunnale.
Ma Oliverio lo sa bene che la sanità deve uscire dal tunnel del commissariamento e deve uscire ora, in prossimità delle elezioni politiche, perché niente come la sanità di questi ultimi periodi regala voti e potere.
E così, forte dei 365 sindaci che lo supportano in questa guerra di potere, il presidente della Regione più sciagurata dell’intero Stivale si troverà al cospetto della Ministra Beatrice Lorenzin, colei che ha nominato Massimo Scura, il temutissimo commissario ad acta che non muove foglia che da Roma non si voglia, ma che al tempo stesso finge insieme all’amico di partito e sottosegretario Antonio Gentile di aver riaperto l’ospedale di Praia a Mare, avendo persino la faccia tosta di stampare e diffondere giganteschi cartelloni “pubblicitari” quando basterebbe un solo decreto a rimuovere l’ostile Scura, che a conti fatti, a pensarci bene, tanto ostile non è.
Comunque pare che Oliverio sia in queste ore in buona compagnia. Alla volta di Roma sarebbe partito anche l’acerrimo nemico, colui che gli ha scippato lo scettro da sotto il naso, proprio quello stesso Scura messo alla berlina in più occasioni, ora indicato come il colpevole di ogni sciagura concernete la sanità in Calabria. Pare, al tempo stesso, che l’ingegnere venuto dal nord per eseguire gli ordini al sud non sia andato con le mani in mano e abbia portato con sé una pila di carte e documenti per attestare che la Calabria non può uscire dal commissariamento anche se lo volesse perché i debiti si stanno quadruplicando. Chiaramente a nessuno verrà in mente che tagliare il numero di garze da destinare a un pronto soccorso non è propriamente la strada giusta per il risparmio, mentre invece smettere di regalare milioni di euro come se non ci fosse un domani alle cliniche private forse sì.
Ma questi solo altri discorsi che certamente non rientrano nel copione della sceneggiata di oggi. Lo show, come sempre, must go on e oggi si è deciso che lo spettacolo preveda populismo a gogo. Il tempo stringe e le elezioni sono alle porte. Vi aggiorneremo non appena avremo notizie certe e concrete dalla Capitale.

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