'Prenatale protetto': a Cosenza sequestrate sette milioni di luminarie pericolose

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L’operazione è stata portata a termine dagli uomini della Guardia di Finanza
 
Natale è in arrivo e come ogni anno non possono mancare le tradizionali luminarie, accompagnate dai tipici giocattoli natalizi i quali faranno felici miliardi di bambini. L’atmosfera festiva però sarà rovinata dalla notizia immancabile, ad ogni evento gioioso, del sequestro di sette milioni di luminarie e giochi. È successo a Cosenza, nella città guidata dal sindaco Mario Occhiuto. Tutto il materiale era finalizzato alla libera vendita ma erano privi dei contenuti informativi obbligatori per la legge e di conseguenza, il loro acquisto  risultava rischioso per i consumatori.
L’accaduto è stato diffuso dalla Guardia di Finanza e il conseguente sequestro è stata condotto nel campo dell’operazione intitolata “Prenatale protetto” attuata nel periodo che anticipa il Natale, al fine di anticipare la diffusione commerciale di prodotti nocivi destinati agli interessati del tutto inconsapevoli del rischio che stavano per correre. A tal proposito, i pericoli derivanti dall’impiego degli elementi descritti non sarebbero stati pochi. I rischi sarebbero stati collegati a cortocircuiti derivanti dal surriscaldamento delle guaine protettive, e inoltre il rischio più grande sarebbe stato legato alla salute dei consumatori soprattutto i più giovani, esposti alla pericolosità del materiale con il quale sarebbero venuti in contatto.
I membri delle fiamme gialle hanno scoperto delle aziende coordinate da Cinesi i quali avevano riempito le aziende notevoli quantità di articoli i quali non rappresentavano una  tutela per i consumatori.
Infatti, dalle indagini effettuate sul posto è emerso che le luci sequestrate erano rivolte al decoro degli ambienti domestici, sia interni che esterni, presenti in diverse forme e vari colori che rievocavano i simboli del Natale.
Dal punto di vista concreto, legato alla costruzione degli oggetti citati, questi erano avvolti in bobine lunghe un centinaio di metri pronte per essere vendute ai clienti, ignari della truffa alla quale sarebbero andati incontro.
Lo stato della merce era stato camuffato dalla perfetta funzionalità degli oggetti dal punto di vista elettronico anche se erano estremamente fragili per mezzo del materiale, avente una scarsa qualità il quale era impiegato per la loro costruzione. Inoltre, i materiali impiegati erano sprovvisti delle istruzioni per le avvertenze dell’uso, le quali dovrebbero essere il biglietto da visita per l’acquisto di ogni oggetto.
di Benedicta Felice 
 

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