Ospedale di Praia a Mare, sei anni di abusi coperti dalla magistratura

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Ospedale di Praia a Mare, sei anni di abusi coperti dalla magistratura

La magistratura in questa terra usa sempre lo stesso copione: è lì lì per acciuffare i responsabili ma chissà perché poi responsabili non ce ne sono mai. Per niente. Anzi, i fatti poi non sono nemmeno mai accaduti.
 
La nota e triste vicenda dell’ospedale di Praia a Mare non fa eccezione, soprattutto perché chi pensa che sia stata generata da un mero errore di calcolo di amministratori distratti, sbaglia di grosso. La vicenda dell’ospedale di Praia a Mare, l’intera vicenda, altro non è un lungo e incessante abuso perpetrato negli anni con lucida volontà e protetto incondizionatamente dalla magistratura.
Quello che forse in molti non sanno è che dalla data di riconversione ad oggi, cioè dal 2012, la struttura sanitaria praiese è stata oggetto di diverse indagini della magistratura, ma non proprio perché la magistratura avesse voglia di indagare, ma perché diversi cittadini e gli stessi medici hanno presentato centinaia di esposti. Indagini puntualmente avviate alla luce di pesantissimi faldoni contenenti le accuse più disparate, ma che con la stessa puntualità si sono dissolte nel nulla.
Una delle pagine più tristi della storia della sanità calabrese, un miscuglio di interessi e potere deviato, non ha colpevoli e non ne avrà mai.
Eppure sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti è passato di tutto: dal patto politico-‘ndranghetistico per la sua chiusura, volta a favore la sanità privata, alle continue e incessanti interruzioni di pubblico servizio celate dietro il malfunzionamento delle apparecchiature, passando per l’abuso di potere, il voto di scambio, la truffa, nomine e trasferimenti illeciti, l’abuso della credulità popolare e via dicendo, fino al patto politico- ‘ndranghetistico sulla mancata attuazione della riapertura del’ospedale, nonostante una sentenza esecutiva e inoppugnabile emessa dal più alto tribunale italiano già nel maggio del 2014. Persino lo stesso sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò, in una intervista rilasciata all’emittente Rete 3 Digiesse, spiazzò tutti dichiarando qualche tempo fa che per la mancata riapertura del presidio ospedaliero era stato necessario rivolgersi alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
A  proposito della mancata riapertura, recentemente noi de La Lince abbiamo intervistato anche il direttore dell’ospedale di Praia a Mare, Vincenzo Cesareo, proprio perché eravamo venuti a conoscenza delle ulteriori denunce inoltrate alla Procura in merito alle ultime vicende, il quale nell’intervista ripete: «Come mai la magistratura non interviene sulle mie numerose denunce?» Ai nostri microfoni aveva dichiarato di essersi persino autodenunciato alla Corte dei Conti per uno stipendio che prenderebbe senza far nulla, portando alla luce una situazione paradossale: l’ospedale non esiste, non esiste un solo documenti che l’attesti e all’interno della struttura non è stata portata nessuna apparecchiatura per consentire l’avvio della riapertura.
Ma invece che sollecitare la magistratura, l’intervista ha sollecitato solo le solite stucchevoli, vomitevoli reazioni della politica, che come al solito denigra chi denuncia e non sa dare nessuna risposta.
In realtà, affinché si possa parla di riapertura occorrerebbe che il commissario Scura rivedesse il decreto 64 inserendo la struttura di Praia nella rete ospedaliera, ma per il momento l’unico segnale che arriva dall’ingegnere prestato alla sanità è una sigla, P.O. (presidio ospedaliero), accanto alla scritta Praia a Mare all’interno del decreto di assunzioni a tempo indeterminato pubblicato lo scorso 4 gennaio.
Cesareo ci scherza su: «Sarà un refuso?», scrive in un commento. Potrebbe anche darsi, visto che da giorni si sussurra che a febbraio ci sarà un nuovo blocco dalle assunzioni imposto dal tavolo Adduci, l’organo interministeriale che si occupa delle finanze della sanità. La Calabria quasi certamente non passerà l’esame al tavolo delle economie e allora si tornerebbe esattamente al punto di partenza, vanificando tutti gli sforzi, o presunti tali, fatti fin qui.
Oltretutto c’è un solo posto disponibile in tutta la Calabria per le assegnazioni di posti letto per acuti, mentre all’ospedale Praia a Mare ne servirebbero altri 62.
Una farsa senza fine.
Le Procure sanno, sanno tutto, e intanto quella di Catanzaro fa sapere di avere avviato l’ennesima indagine per mettere a tacere l’opinione pubblica, ma siamo pronti a scommettere che, proprio come per quelle precedenti, se ne perderà ogni traccia.
E che dire della costosissima Risonanza Magnetica di ultima generazione mai messa in funzione nonostante l’avvenuto collaudo e le quotidiane spese di manutenzione, chiaramente a danno dei cittadini? Si tratta solo di beghe interne, come sostiene qualcuno, o c’è qualcosa di più… oscuro dietro la questione?
 

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