Alto Tirreno cosentino, politiche 2018: Massimo Misiti il caterpillar

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Alto Tirreno cosentino, politiche 2018: Massimo Misiti il caterpillar

Il medico ortopedico Massimo Misiti (M5s), vincitore del seggio uninominale Paola-Castrovillari
 
Massimo Misiti è il rivale politico che non ti aspetti, che arriva all’improvviso e non te lo spieghi. Lui, più di 16mila interventi chirurgici nella sua carriera e sei mesi all’anno trascorsi ad aiutare la povera gente in Africa, mai stato in politica, un amico fraterno nel Pd, Fernando Aiello, una partecipazione alla Leopolda in veste di esperto di chirurgia e medicina su cui nemici hanno speculato e non poco, piove dal cielo in un momento storico della Calabria, e in particolare l’alto Tirreno cosentino, scandito da una morsa, un vortice di clientelismi e inciuci della peggiore specie, da cui liberarsi sembrava impossibile.
I suoi competitor lo guardano dall’alto in basso. Il forzista Andrea Gentile è figlio di Tonino e pensa di avere la strada spianata davanti a sé, il socialista Luigi Incarnato scende a patti con il Pd pensando che finte riaperture di ospedali e promesse farlocche varie ed eventuali siano riuscite a trarre in inganno la gente.
Ma i tempi cambiano e con loro usi e consuetudini delle persone, che oggi non si lasciano abbindolare dai personaggi costruiti dal marketing politico ma leggono, leggono assai, e per questo sono informati. Su tutto.
Per questo Massimo Misiti li ha letteralmente asfaltati. Nel collegio Paola-Castrovillari ha fatto man bassa di voti, superando di quasi 15mila voti la soglia auspicata per la possibile vittoria. Dietro di sé c’è il vuoto. Gentile arranca, si trascina a fatica a distanza di svariate migliaia di preferenze di distacco, Incarnato fa i conti matematici con il disastro di un’intera colazione.  Tutta colpa del Pd, che invece di candidare i volti puliti del partito, cede alle lusinghe dei soliti noti che conducono una campagna elettorale tra le peggiori mai registrate, un livello politico così basso da rasentare il suolo e i numeri lo dimostrano ampiamente.
Massimo Misiti arriva dal nulla e in meno di un mese di tour elettorale riesce a strappare la fiducia a oltre 50mila persone. Cinquantamila, un mare, un esercito di gente arrabbiata e delusa che ha finalmente deciso di reagire ai soprusi. Più di cinquantamila anime che gridano tutti in coro «noi questa terra la vogliamo liberare».
E l’hanno fatto. Un po’ per rabbia, un po’ per vendetta, un po’ perché degli altri non ne possono più, molti hanno messo la croce su Misiti perché lo ritengono all’altezza del compito che gli hanno affidato.
L’elezione di Massimo Misiti ha rappresentato la fine di un’era e l’inizio di una speranza. Massimo Misiti ha vinto perché ha decretato la sconfitta di tutti gli altri carrozzoni politici dimostrando ampiamente che gli inciuci sono passati di moda. Massimo Misiti ha vinto perché ha spezzato le catene del potere che ci hanno stretto il collo per anni.