Opere incompiute nel Tirreno cosentino: il turismo di montagna abbandonato e vandalizzato

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Opere incompiute nel Tirreno cosentino: il turismo di montagna abbandonato e vandalizzato

(continua da Tirreno cosentino, viaggio fra le opere pubbliche abbandonate, inutili e inutilizzate)
 
di Francesco Cirillo
Negli anni 80-90 una barca di soldi arrivò attraverso le comunità montane sulla nostra costa tirrenica. Si pensò bene di spostare il turismo verso le vicine montagne creando uno sviluppo che non fosse solo quello legato al mare. Prenderemo ad esempio tre località, Fagnano Castello, Belvedere M.mo e Buonvicino. Alle spalle di Fagnano Castello esiste un bosco spettacolare. Fa parte integrante del  Parco Naturale del Monte Caloria nei pressi del Lago Paglia. Dal mare, in nemmeno tre quarti d’ora siamo in aperta montagna ed in una zona piena di faggi che è stupenda. Un bosco infinito di alberi, che con il fogliame rosso, formano un tappeto naturale unico. Sono questi posti magici che rendono unica la nostra Calabria e che ti fanno innamorare continuamente di questa terra nonostante i sindaci, gli amministratori e governatori e soprattutto nonostante i tanti politici che riempiono la testa alla gente di false promesse ed insulsi programmi mai attuati.
La strada ben mantenuta e pulita si inerpica fino a raggiungere ai lati del lago Paglia una grande pianura dove trovi diverse strutture ben costruite. Da lontano sembra arrivare ad un rifugio dove potrai bere qualcosa di caldo e volendo, restarvi a dormire per meglio gustare la natura circostante. Ma, man mano che ti avvicini vedi che qualcosa non quadra. Le strutture sono tutte aperte. Porte e finestre spalancate e tutto si vede è nelle mani di vandali e anche di mucche al pascolo che vi entrano liberamente defecandovi in tutte le stanze. Tutto ciò che era asportabile è stato asportato. Resta qualche bancone nella reception ed ancora qualche depliant sparso per terra, a testimonianza che qualche volta questo luogo è stato funzionante. In un depliant trovato a terra c’è scritto: ” un paradiso incontaminato pronto ad accogliere i vostri desideri”. Sembra una pigliata in giro.
Le strutture vennero costruite con i finanziamenti della Comunità Montana Unione delle Valli. Un finanziamento di oltre tre miliardi di vecchie lire, che doveva servire a creare un punto di ristoro, albergo e campeggio in questo bellissimo luogo. La Comunità Montana ha quindi passato la struttura al comune di Fagnano, che non sapendo come gestirla ha ben pensato di affidarla ad una società di gestione di villaggi e alberghi, la quale evidentemente non ne ha fatto nulla abbandonando il tutto ai vandali. Anche in questo caso giriamo la domanda, agli enti preposti al controllo di questo bene comune, al comune stesso, e se ancora ne gestisce la struttura alla società che dovrebbe farlo e che non lo fa lasciando tutto al degrado.
 



 
 
Sulla stessa direttiva ci spostiamo più a Nord, nel comune di Belvedere M.mo e precisamente sotto il Monte Caccia, in località Trifari. Per raggiungere la località Trifari da Belvedere m.mo occorrono  tre quarti d’ora di auto dalla costa tirrenica. Una strada molto panoramica che sale dal livello del mare per 700 metri di altezza. Una volta giunti a Trifari ci si trova proprio sotto il Monte Caccia ed il Monte Cannitello. Da qui chi volesse proseguire verso i due monti ci sono dei discreti sentieri che portano fino alle loro cime. Ma il motivo che mi ha spinto fin quassù non è stato il trekking, ma vedere da vicino un’opera santa e pia costruita una decina di anni fa e come tante qui in Calabria successivamente abbandonata. Si tratta di una costruzione alta tre piani poggiata su una grande piattaforma di cemento con ampi sotterranei. La costruzione doveva essere una Chiesa con annesso ospizio per anziani. Il luogo scelto dal parroco del paese, Don Erminio, deceduto qualche anno fa, è davvero suggestivo e la vista che si vede dall’ampio terrazzo che circonda la costruzione ne è segno evidente. Un grande portale finemente intarsiato da un falegname di Belvedere è l’unico segno che ci porta ad una Chiesa. Tutto è abbandonato.
 

 
Le sterpaglie fanno da padrone e l’unico posto accessibile sono i magazzini sotterranei  dove vi sono decine di bancali con migliaia di mattonelle nuove con le quali si sono divertiti i soliti vandali lanciandole contro vetrate e mura. All’interno da piccoli spiragli fra i mattoni, sono visibili dei disegni raffiguranti figure religiose, nessuna altra rifinitura. L’opera sarà costata centinaia di milioni di vecchie lire e certamente non è stata finita per la mancanza di nuovi finanziamenti. Ci si chiede perché non viene rifinanziata e soprattutto perché non viene finalizzata al Parco del Pollino, nella quale ricade completamente. Portare qui un anziano lontano dal paese e con una strada bruttissima non sembra proprio una buona idea, così come non lo è la destinazione a Chiesa in un area dove vivranno si è no una ventina di persone. Potrebbe diventare, per esempio, acquistata dall’ente parco un centro di educazione ambientale utile per il turismo scolastico e per la conoscenza del pollino. Ma forse è chiedere troppo.
Da Trifari percorrendo una stradina di campagna ma ben asfaltata mi sposto nel comune di Buonvicino. Qui vi sono altre due opere pie e sante. Una è la colossale statua di san Ciriaco posta su un enorme basamento che avrebbe dovuto essere un Museo religioso, l’altra è un bellissimo gruppo di case costruito al fianco della Chiesetta della madonna della neve dove una volta vi era un rifugio per i pellegrini.
La statua di san Ciriaco troneggia su una roccia da dove proprio l’anno scorso in occasione delle festività per il santo  si staccò un enorme masso che piombò proprio al centro della piazza per fortuna non ferendo nessuno dei  presenti. Ora il masso è diventato un monumento quasi miracoloso e posto su un piccolo piedistallo a ricordo del pericolo scampato. Il sindaco Ciriaco Biondi ha voluto comunque ottemperare alla bruttura ed ha eliminato l’orribile basamento portando la statua a livello stradale. Una buona opera di recupero, ma che rivela comunque l’inutilità dell’opera.
Salendo per la stessa strada della statua si giunge alla Madonna della Neve. La nuova costruzione sembra un enorme albergo ed invece dovrebbe diventare un luogo per convegni e chissà cosa. Da poco finanziata, il costo totale ha raggiunto i due miliardi di vecchie lire, ma nessuno sa cosa farne. Resteranno a memoria futura  a ricordare la stupidità dell’uomo nell’intervenire nella natura devastandola con opere inutili ed inutilizzate.
 

 
(Continua…)