Dossier Mangiacapra, sesso gay a pagamento: perversioni e chat dei preti calabresi e lucani coinvolti

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Il dossier dell’escort napoletano Francesco Mangiacapra (nella foto) mette in risalto anche il discutibile atteggiamento della curia nei confronti dei sacerdoti che comprano il sesso come merce al mercato e sognano rapporti di gruppo per soli uomini
 
«Redigo questo catalogo di mele marce non con l’intento di gettare fango sulla Chiesa ma con quello di contribuire a estirparne il marcio che contaminerebbe tutto quanto c’è di integro». Sono le parole contenute nel dossier di Francesco Mangiacapra, il napoletano 30enne, laureato in giurisprudenza con ottimi voti, che a un certo punto della sua vita ha deciso di «vendere a buon prezzo il proprio corpo» anziché svendere il suo intelletto in una Italietta senza futuro e senza più opportunità.
Il dossier contiene un elenco di una sessantina tra parroci e seminaristi che avrebbero avuto reiterati rapporti sessuali con lui a pagamento, anche se il condizionale viene letteralmente sbalzato via da prove, quali foto, chat e pagamenti sui conti correnti che lasciano poco spazio alla difesa e all’interpretazione.
Lungi da noi ergerci a moralisti o scrivere un pezzo per la gioia di bigotti e bacchettoni. A noi e a gran parte dei nostri lettori, ne siamo certi, interessa veramente poco o nulla se un uomo in abito talare intrattenga relazioni o rapporti sessuali di qualsivoglia natura con persone adulte e consenzienti. Per questo motivo non faremo i nomi, per tutelare la privacy dei preti coinvolti, di cui della propria vita possono farne ciò che vogliono. Ma nel dossier di Mangiacapra il sesso a pagamento con un escort è l’ultima cosa di cui ci si dovrebbe preoccupare. Alcuni dei preti di cui si parla, fortunatamente in minima parte, sono soggetti inclini alla pedofilia, nel senso che alcuni clienti del 30enne napoletano si è scoperto anche avere accuse o processi in corso per abusi sessuali o molestie nei confronti di minori. Questi preti non hanno solo pulsioni sessuali, come ogni essere umano, che cercano di assecondare con i rapporti a pagamento, ma sembrano affetti da psicopatologie delle tendenze istintive, cioè sono perversi, non cercano affetto, legami, relazioni stabili, partner da cambiare di continuo, sesso di gruppo e a tutte le ore del giorno e della notte, 365 giorni all’anno. Oltretutto sono ossessionati dalle dimensioni. Molti di loro sono bugiardi incalliti, nelle chat di incontri si spacciano per quello che non sono pur di rimorchiare, cambiano la loro identità a seconda dell’occasione e usano nomi e foto altrui, altri l’identità se la inventano di sana pianta. Alcuni di loro, insomma, sono da considerarsi soggetti pericolosi.
È il caso di Luca Morini, meglio conosciuto come don Euro per quel suo vizio di chiedere continuamente soldi ai fedeli. Il suo nome è l’unico che è stato reso noto dopo la pubblicazione dell’inchiesta perché il suo caso ha destato maggiore sgomento per via delle accuse di truffa, estorsione, autoriciclaggio, spaccio di droga e millantato credito. Repubblica scrive di lui: «Amava concedersi vacanze e viaggi senza badare a spese e in compagnia di giovani escort. È andato tutto bene, per anni, fino a che uno dei suoi giovani accompagnatori ha confessato alle Iene, la trasmissione tv di Mediaset cosa combinava il sacerdote: festini hard a base di cocaina».

Mangiacapra nel suo dossier lo spiega senza mezzi termini: «L’elenco e le prove fornite negli allegati non sono esaustivi di tutto il campionario che ho incontrato negli ultimi anni perché in molti casi non sono riuscito a raccogliere informazioni e materiale probatorio utili: molte notizie tuttavia sono già note ad alcuni vescovi che anziché agire, avallano questi comportamenti».
Ma dove si vivono questi preti e a quali parrocchie appartengono? Ovunque, in tutta Italia, senza distinzioni, da nord a sud. Senza rivelarne l’identità, noi vi raccontiamo le vicende dei sacerdoti di una parte di Basilicata, quella riguardante la diocesi Tursi-Lagonegro, e della Calabria, che invece vede coinvolti tre preti in tutto, due in provincia di Cosenza e uno in provincia di Reggio Calabria. Vi diciamo a quale diocesi appartengono e vi mostriamo una piccola, ridottissima parte delle chat che provano la condotta di questi sacerdoti, escludendo accuratamente quelle che, per volgarità e oscenità, in qualche modo potrebbero offendere i lettori. Comprese immagini esplicite.
 
Diocesi Tursi Lagonegro (vescovo competente Vincenzo Orofino):

  •  il don in questione ha già avuto qualche problemino con la legge e ha diversi profili sulla chat per gay denominata Grindr. Nonostante abbia già accuse pesanti che gravano sulla sua coscienza, continua a fare incontri gay nella sua zona.


 

  • L’altro parroco appartenente alla diocesi Tursi Lagonegro, è uno decisamente giovane, che organizza numerosi incontri di sesso sin da quando era seminarista, anche di gruppo, con altri preti e seminaristi della sua zona e delle zone adiacenti, «ma si cautela cercando di incontrare prevalentemente gente che non metta a repentaglio la sua privacy, ben sapendo che la sua condotta, abituale e reiterata (come lui stesso ammette nelle chat), deve restare nascosta». Propone incontri gay di gruppo a un altro seminarista della zona con cui ha intrattenuto una relazione sessuale: è ossessionato dal volerlo coinvolgere in incontri di sesso di gruppo, come si legge dalle sconvolgenti esplicite chat allegate in cui ci sono descrizioni scurrili e riferimenti ai rapporti sessuali che hanno avuto, anche in gruppo e dove vengono menzionati i nomi di altri preti e seminaristi coinvolti.


 
Arcidiocesi Cosenza – Bisignano (vescovo competente Francescoantonio Nolè, vescovo emerito Salvatore Nunnari): 

  • Il sacerdote in questione ammette tramite Facebook di avere rapporti omosessuali pur essendo sacerdote, specificando che la sua condotta non è occasionale o saltuaria ma reiterata e consapevole.


 

  • L’altro sacerdote appartenente alla diocesi Cosenza- Bisignano coinvolto nel dossier di Mangiacapra è un abitué di videochat erotiche su facebbok. Propone incontri gay finalizzati non soltanto al sesso, a differenza di molti altri suoi colleghi, è in cerca di una relazione stabile.

 


 
Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi  (vescovo competente Francesco Milito):

  • Il sacerdote cui si fa riferimento si diverte avviando videochat erotiche su facebook, propone incontri di sesso gay dichiarandosi sessualmente attivo e fornendo anche il suo numero di telefono personale. Fantastica su situazioni erotiche riguardanti un ipotetico sacrestano e si mostra nudo in webcam