Praia a Mare: ha la sindrome di Cogan, ma grazie al web Maurizio Coluccio tornerà in Messico

Maurizio Coluccio (nella foto) già nel 2014 si era sottoposto a un trattamento a base di cellule staminali a Cancun, in Messico, ma un'infezione aveva successivamente vanificato i benefici delle cure

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Praia a Mare: ha la sindrome di Cogan, ma grazie al web Maurizio Coluccio tornerà in Messico

«Ecco la bella notizia che tutti… in particolare me… stavate aspettando». Comincia così il post con cui Maurizio Coluccio, l’ex poliziotto di Praia a Mare affetto da una malattia rarissima, la sindrome di Cogan atipica (di cui si contano solo sette casi al mondo) quest’oggi ha annunciato che grazie alla raccolta fondi on line avviata qualche mese fa, potrà nuovamente volare in Messico, in una clinica a Cancun, per sottoporsi a distanza di quattro anni a un secondo trattamento per arrestare momentaneamente il decorso della malattia.

«La raccolta, grazie a decine di persone favolose, – continua Coluccio – è giunta al suo termine, ma la notizia ancora più bella è che il 25 giugno si parte per il Messico. Partenza dall’aeroporto di Firenze con prima tappa a Zurigo. Qualche ora di attesa per poi riprendere il viaggio per Cancun, dove arriverò alle 21,30 (circa le 4 del mattino italiane). Inizio del trattamento giorno 2 luglio, ritorno in italia il 17 luglio».

Una raccolta fondi partita a rilento ma che grazie al tam tam mediatico ha raggiunto la notorietà grazie alle migliaia di condivisioni sui social network. E così, per la seconda volta, il diritto alla salute negato dal sistema sanitario nazionale, gli è stato invece concesso dalla generosità di migliaia di utenti.

«Che dirvi… vorrei mostrarvi la mia felicità per questo ennesimo obiettivo raggiunto, grazie soprattutto alla associazione pubblica “Assistenza di taverne d’Arbia” (Si), che nel silenzio e, purtroppo, a volte contro la diffidenza di alcune persone, ha avuto la forza di abbattere molti muri. Siete stupendi ragazzi. Cos’altro dirvi? Grazie, grazie di cuore ancora, non sapete cosa significhi per me avere questa nuova opportunità per combattere questa malattia così rara».

Ma la gratitudine dell’ex poliziotto ormai in pensione è anche per tutti coloro che hanno ascoltato il suo appello: «Il mio cuore, se pur malandatissimo, oggi è pieno di adrenalina per la gioia. Vorrei ringraziare uno per uno le persone che hanno fatto avverare questo sogno, ma per privacy non mi è concesso. Vi vorrei stringere in un forte abbraccio tutti, credetemi».

Per Maurizio, anche stavolta, la speranza si riaccende.

di Francesca Lagatta

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