Premio Unikairos: categoria Giornalismo di Inchiesta a Francesca Lagatta, direttrice de La Lince

La giornalista (nella foto) dal luglio di un anno fa compare nella classifica dei giornalisti minacciati dell'autorevole osservatorio Ossigeno per l'Informazione

0
Premio Unikairos: categoria Giornalismo di Inchiesta a Francesca Lagatta, direttrice de La Lince

Ennesimo riconoscimento alla carriera per la giornalista Francesca Lagatta, 33 anni, di Praia a Mare, che domenica prossima a Cetraro verrà insignita del premio Unikairos – sezione Giornalismo e Comunicazione – per la categoria “Giornalista di inchiesta”. Per la giornalista si tratta del terzo premio in sette mesi, dopo quello ricevuto nell’ambito del Festival della Donna – Premio Donata Doni, nel novembre 2017 (menzione: «Giornalista impegnata nella denuncia della verità e nel perseguire la giustizia»), e quello ricevuto lo scorso 8 marzo nell’ambito dell’evento “L’impegno nella donna nelle istituzioni” direttamente dalle mani del prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao (menzione: «Per la capacità di raccontare la realtà con professionalità e coraggio».

 

Tra i prestigiosi riconoscimenti ricevuti si annoverano anche la pergamena per alti meriti civili e giornalistici per le inchieste sulla massoneria e l’inserimento tra i cosentini che hanno dato lustro alla Calabria nella rubrica “I fantastici 4” del mensile Infonight, diretto da Armando Acri.

La giornalista Francesca Lagatta

Giornalista dal 16 luglio 2015 dopo una lunga e tortuosa gavetta, Francesca Lagatta oggi dirige la testata giornalistica La Lince, è addetta stampa e inviata dell’associazione nazionale “Rete l’abuso“, che tratta i più noti casi di pedofilia clericale, collabora con decine di giornali locali e nazionali, nonché con alcune trasmissioni televisive di giornalismo di inchiesta. Da alcuni mesi la sua firma è arrivata oltreoceano, finendo sulla stampa americana. Negli Usa collabora con il settimanale Harbor News, mentre per il settimanale canadese Grandangolare cura una rubrica intitolata “Il Personaggio di… Francesca Lagatta”.

Destinataria di numerose querele, il tribunale l’ha sempre assolta da ogni accusa di diffamazione a mezzo stampa. Dal luglio di un anno fa compare nella classifica nazionale dei giornalisti minacciati stilata da Ossigeno per l’Informazione, il più autorevole osservatorio sui tentativi di bavaglio ai cronisti. Decine le forme di intimidazione subite dalla 33enne. Nel novembre del 2012, la sua auto fu ritrovata con i vetri spaccati e le ruote squarciate; nel 2016 fu minacciata pubblicamente da numerosi cittadini di Platì per le inchieste condotte durante la campagna per le elezioni amministrative di quell’anno, la cittadina che per livelli di ‘ndrangheta l’ex ministro Minniti paragonò al terrorismo di Molenbeek; nel gennaio 2017, dopo la terza vittoria in tribunale sulla vicenda della Bcc di Verbicaro, alcuni Comuni dell’alto Tirreno cosentino furono tappezzati di volantini, pieni di offese e insulti, in cui c’era scritto,tra le altre cose, che la giornalista veniva pagata dai mafiosi; nell’estate scorsa alcuni cittadini di Diamante, unitamente a taluni amministratori, per protestare contro alcuni suoi articoli cambiarono l’immagine del profilo con un gatto, facendo riferimento al suo cognome, in gesto di scherno; poco più tardi il sindaco di Verbicaro, Francesco Silvestri, le dedicò una serie di offese dalla sua bacheca facebook, accusandola di riportare notizie (vere, documentate da delibere e prove, al punto da non essere mai state confutate, ndr) al solo fine di creare ad arte una strategia di tensione. Le invettive sono culminate con la notizia di una querela nei nostri confronti, annunciata su tutte le testate locali ma non ancora giunta al nostro indirizzo di posta benché sia trascorso un anno; alcuni amministratori di un Comune sul quale ha condotto numerose inchieste, al fine di dimostrare il proprio disappunto, durante una delle sue premiazioni hanno assistito alla cerimonia pubblica mantenendo le braccia conserte.

Autrice di centinaia di inchieste dalla corruzione, alla pedofilia, alla massoneria deviata, all’inquinamento, ai veleni, alle truffe, allo sfruttamento passando per politica, clero e imprenditoria, la sua attività mira quotidianamente a squarciare il velo di omertà e menzogna sotto cui si prova goffamente a nascondere quella miniera d’oro di potere e di affari che è oggi la sanità cosentina.

LA REDAZIONE LA LINCE

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here