Belvedere, il disastro dei rifiuti: l’isola ecologica che rischia il disastro ambientale – seconda parte

In fondo alla pagina un ampio reportage sulle condizioni in cui versa l'area a ridosso del cimitero di Belvedere

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Belvedere, il disastro dei rifiuti: l'isola ecologica che rischia il disastro ambientale – seconda parte

Continua da Belvedere, il disastro dei rifiuti: la differenziata che non c’è – prima parte

 

Acque reflue, carcasse di animali, pneumatici, ferro arrugginito, plastica, vecchi elettrodomestici, materassi, veicoli e chi più ne ha più ne metta. Ogni rifiuto, in barba alle più elementari regole, è abbandonato a sé stesso. Il nostro viaggio all’interno del mondo della raccolta dei rifiuti a Belvedere culmina in un’isola ecologica in cui il degrado fa da padrone. Dovrebbe essere il centro cittadino dello smistamento dei rifiuti, l’anticamera del conferimento dei rifiuti presso le aree adibite, in punto in cui la civiltà prende forma per trasformare l’immondizia in nuovi prodotti grazie al riciclo. Invece, a ridosso del cimitero quell’area ha tutti i sintomi della malagestione del territorio, tipica della cultura politica del Tirreno cosentino, scandita da appalti a tanto al chilo e sperpero di denaro pubblico. 

Qui la malagestione si intreccia con le storie di padri che non ricevono lo stipendio da quattro mesi e che sono costretti a lavorare in condizioni disumane, senza i mezzi adeguati e con il rischio di ammalarsi. Più di venti operai che aspettano da 120 giorni ormai di poter comprare il pane da mettere sulla tavola.

La ditta incaricata al servizio di Igiene Ambientale, la Falzarano srl, continua a ricevere soldi dal Comune di Belvedere e il Comune continua a darglieli, ma al tempo stesso quei soldi continuano a rimanere nelle casse dell’azienda mentre gli operai, che continuano garantire il servizio come possono, rimangono a bocca asciutta. Con la complicità delle parti.

Ma se per la situazione economica i rappresentanti dell’ente pubblico hanno avviato un dialogo con i vertici dell’azienda, pur senza risultati, del rischio di disastro ambientale nessuno sembra essersene accorto, benché l’isola ecologia sia un posto piuttosto frequentato.

Oltre a mettere a repentaglio la salute degli operai che vi lavorano, lo scempio dell’area adibita a isola ecologica potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla salute dell’intera comunità belvederese e non solo. Ma come al solito tutto tace.

Di seguito vi mostriamo il reportage effettuato nelle scorse settimane e in diversi giorni, lasciando ai lettori la possibilità di trarre le dovute considerazioni.

 

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