AIETA | La piccola Maria vince definitivamente la sua estenuante battaglia contro il cancro

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AIETA | La piccola Maria vince definitivamente la sua estenuante battaglia contro il cancro

(Fonte foto: dal web)
Pubblicato su Cronache delle Calabrie 
Una torta fragole e panna con tante candeline colorate e un post condiviso sulla propria pagina per comunicare la lieta notizia: «Sono orgogliosa di te e posso gridare al mondo abbiamo vinto noi». Una mamma 32enne di Praia a Mare ha voluto festeggiare così la vittoria di sua figlia contro una grave forma di leucemia.
Cinque anni fa, a tre anni appena, la piccola fu sottoposta a un delicato intervento per il trapianto di midollo osseo. Un tempo lunghissimo, in cui a ogni controllo tornavano a galla paure e timori. La bambina era guarita, ma i medici ripetevano che fin quando non sarebbero passati i canonici cinque anni, non si sarebbe potuta ancora considerare fuori pericolo per il rischio di una ricomparsa della malattia. E invece la Maria (nome di fantasia che utilizzeremo per la devozione di sua madre alla Madonna) ce l’ha fatta, dopo aver combattuto come un leone. Anche quando il suo esile corpicino era infilzato da tubi e aghi e la sua chioma bionda lasciava spazio ai segni delle terapie, lei sorrideva imperterrita. Un mix di forza e coraggio da inserire nel manuale delle istruzioni su come disintegrare le ostilità della vita.
Tutto era cominciato nell’autunno del 2011, quando nel piccolo paesino di Aieta si era rapidamente sparsa la voce del dramma che da qualche mese stava vivendo la sua famiglia, celatasi nel frattempo dietro un dignitoso riserbo. Immediatamente i cittadini di diversi comuni avevano dato il via a una raccolta fondi per sostenere le spese dei continui viaggi all’ospedale Bambin Gesù e di medicinali costosissimi. Maria reagisce bene alle cure, ma i medici sono perentori: o si trova un midollo osseo nel più breve tempo possibile, o la bimba rischia di perdere la sua battaglia contro il cancro.
C’è una seconda di raccolta fondi ed è proprio in quel pomeriggio, prima che avesse inizio la partita del cuore a lei dedicata, che una telefonata riaccende le speranze: «Abbiamo il donatore». Era il giovedì santo di cinque anni fa.

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