Alto Tirreno, ecco perché il turismo non cambierà e il territorio non crescerà mai

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Alto Tirreno, ecco perché il turismo non cambierà e il territorio non crescerà mai

In televisione continuano imperterriti in questo periodo di clima favorevole e di ferie programmate a scorrere immagini di posti belli, sì, ma niente di più.
Mete ambite ed attrezzate di tutto punto per spremere al massimo la risorsa che porta con se il turista, perché in quei posti parliamo di turisti non di bagnanti, luoghi che per quanto belli non possono neanche lontanamente essere paragonati ad un più nostrano Fiuzzi, ad uno spettacolo della natura chiamato isola di Dino o ad un Arcomagno, per non parlare dei monti che abbiamo alle spalle, delle varie pinete e di tutto quello che la natura ci ha generosamente regalato e che noi puntualmente distruggiamo invece di conservare gelosamente.
Perché l’alto Tirreno non riesce a proporre, salvo piccole ed isolate realtà, un’offerta allettante per un turista in vena di avventura e di perdersi nella natura più selvaggia ed incontaminata?
Partendo da escursioni a cavallo e passando per le immersioni anche in inverno, destagionalizzare, formare e creare lavoro alternativo. Possibile che tolti due giri in quad un po’ di rafting e qualche discesa in parapendio, tutti limitati a poche settimane all’anno, non si riesca ad aprire davvero le porte del nord della calabria?
Bhe, in verità il problema non è di facile risoluzione. Innanzitutto l’alto Tirreno non gode di un’accesso diretto all’autostrada e quindi è meno appetibile per i viaggiatori svogliati e che non amano perdere tempo. Non parliamo poi di aeroporti: gli amministratori, ovviamente non tutti, hanno una visione conservatrice del turismo ed infatti resta in pianta stabile sempre lo stesso tipo di turista, che non cerca ciò che naturalmente gli dovrebbe essere proposto in luoghi come questo, che dovrebbero puntare tutto sulle risorse paesaggistiche.
Siamo un po’ come un serpente che si morde la coda, diamo sempre le stesse cose, alle stesse persone, che pur lamentandosi cercano sempre le stesse cose. E così l’offerta non cambierà, il turista non cambierà e noi non cresceremo.
di Albino Console
Albino Console, 37 anni, si è diplomato al liceo classico Aldo Moro di Praia a Mare e si è laureato in Infermieristica ed Ostetricia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, specializzandosi in seguito in rianimazione cardio polmonare d’urgenza e maxi emergenze. Dopo aver lavorato presso un ospedale d’eccellenza del sud Italia e privatamente sull’alto Tirreno cosentino, si dedica all’attività di blogger per la testata giornalistica on line La lince – La penne nella piaga, con maggiore riguardo per gli argomenti che riguardano la sanità del suo territorio. Da qualche tempo ha intrapreso il percorso che lo porterà a diventare un giornalista pubblicista e a breve pubblicherà il suo primo romanzo.  

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