Callipo, l'azienda calabrese che dice no alla delocalizzazione e avanza sui mercati esteri

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Callipo, l'azienda calabrese che dice no alla delocalizzazione e avanza sui mercati esteri

Attenzione, il seguente articolo è interamente tratto dal sito della redazione Exportiamo

Il brand calabrese, nato oltre 100 anni fa, continua la sua crescita sui mercati esteri grazie ad una costante ricerca della qualità. Ne abbiamo parlato con Giacinto Callipo, rappresentante della quinta generazione della famiglia, che ha tenuto a sottolineare come l’azienda abbia sempre rifiutato qualsiasi forma di delocalizzazione.
Ci racconta brevemente la storia della sua azienda?
La Callipo nasce nel 1913 a Pizzo di Calabria, quando il bisnonno di mio padre, Giacinto Callipo, fonda l’azienda che è stata tra le prime in Italia ad inscatolare il pregiato Tonno del Mediterraneo, pescato con il sistema delle “tonnare fisse”. Da allora la mission, ancora oggi tramandata di generazione in generazione, è stata quella della “qualità innanzitutto” tanto che nel 1926 otteniamo il brevetto di fornitori ufficiali della Real Casa. La nostra azienda oggi è guidata da mio padre Filippo Callipo, quarta generazione della famiglia, che è riuscito a portare l’azienda verso traguardi importanti con una crescita considerevole in termini di fatturato ed il consolidamento sul mercato nazionale ed estero. Io, che rappresento la quinta generazione, ho l’onore di affiancarlo da quasi 10 anni e di portare il nome del fondatore.
Quali sono gli elementi e le condizioni che hanno decretato il successo della sua azienda?
Uno su tutti: la “Qualità Innanzitutto” che per noi si traduce in primis nella lavorazione effettuata completamente in Italia, in tutte le sue fasi. Quella di non delocalizzare la produzione è una precisa strategia aziendale, nonostante i costi di manodopera in Italia siano molto più alti rispetto all’estero, perché solo così riusciamo a garantire il rispetto della tradizione che tramandiamo da oltre 100 anni e manteniamo il controllo dell’intera filiera produttiva.
Il successo dei nostri prodotti è, infatti, la naturale conseguenza di un’attenzione che comincia con l’accurata scelta della materia prima: Callipo utilizza la specie yellowfin (solo i tranci migliori) cotta a vapore per mantenere inalterate le proprietà organolettiche. Per far comprendere il livello di cura che mettiamo nel nostro lavoro è sufficiente dire che il confezionamento, per alcuni formati, viene effettuato ancora a mano come si faceva una volta.
A garanzia dei nostri consumatori, inoltre, ci sottoponiamo volontariamente ai controlli di qualità da parte di enti esterni e numerose sono le certificazioni ottenute nel corso degli anni. Citiamo, con riferimento al mercato export, lo Standard “BRC” e lo Standard “IFS”, che stabiliscono i requisiti di sicurezza e qualità, nonché i criteri operativi che devono essere soddisfatti dalle aziende alimentari ai fini dell’adempimento degli obblighi previsti dalle norme vigenti e della tutela del consumatore. Disponiamo poi della certificazione MSC per alcune linee di prodotto, che attesta la sostenibilità delle materie prime utilizzate e della la Certificazione Kosher, oggi marchio di qualità riconosciuto in tutto il mondo. Siamo stati, inoltre, la prima azienda in Italia ad aver ottenuto la certificazione di affidabilità doganale rilasciata dall’Agenzia delle Dogane, a testimonianza dell’efficienza, della correttezza e della linearità che ci contraddistinguono nella gestione della nostra attività sia in Italia che all’estero.
In questi anni di crisi, quanto la ricerca del successo sui mercati internazionali è stata una scelta e quanto una necessità per la sua azienda?
Il processo di internazionalizzazione in realtà è stato avviato già da molti anni, verso la fine degli anni 80. I nostri prodotti hanno iniziato, infatti, ad oltrepassare i confini dell’Italia grazie all’attività di un importante importatore calabrese residente in Canada. All’estero, in realtà, al contrario che in Italia, c’è una cultura più orientata verso i prodotti da prezzo per quanto riguarda il tonno in scatola, piuttosto che verso la “qualità”.
Possiamo vantarci, però, di essere riusciti, gradualmente, a far apprezzare anche le nostre linee premium e nello specifico i Filetti di Tonno in vaso di vetro, ed i prodotti che esaltano alcune eccellenze della nostra Calabria come i “Filetti di Tonno Con” preparati con la rinomata ‘nduja di Spilinga, con la cipolla rossa di Tropea Calabria I.G.P. e con i pomodori secchi calabresi. Non dimentichiamo infine il nuovo brand “Callipo Dalla Nostra Terra”, la linea di confetture e composte realizzata con materie prime a km 0, come la Confettura di Fichi con i Dottati della Valle del Crati e l’esclusiva confettura di bergamotto biologica che esalta un prodotto unico della Calabria.
Quale metodologia d’ingresso ha adottato per fare businesss all’estero ed in quali mercati siete oggi presenti?
All’estero operiamo con importatori, distributori e anche direttamente con big retailers. La rete di contatti costruita è frutto di un’intensa attività commerciale intrapresa anche grazie alla partecipazione alle più importanti fiere internazionali di settore.
Di recente abbiamo, inoltre, iniziato a presentarci nei vari contesti nazionali ed internazionali sotto l’insegna Gradita, una rete di impresa che unisce i marchi Callipo Conserve Alimentari, Callipo Gelateria, Divella, l’Olio Cirio di Pietro Coricelli, Galvanina e Polli. L’obiettivo di Gradita è diffondere i valori di queste produzioni alimentari tutte Made in Italy e valorizzare l’importanza della dieta mediterranea come modello nutrizionale equilibrato e salutare.
Attualmente Callipo è presente in quasi tutti i Paesi europei ed in Canada, Stati Uniti, Australia, Lituania, Gran Bretagna e Israele.
Qual è il peso delle attività internazionali oggi sul suo business?
L’export rappresenta l’11% del nostro fatturato.
Com’è il rapporto con la burocrazia all’estero e più in generale, quali sono state le principali difficoltà riscontrate?
Il nostro rapporto con la burocrazia estero è tutto sommato buono, ciò non toglie che sia innegabile la presenza di alcune difficoltà legate agli alti dazi doganali applicati ancora oggi in alcuni Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti.
Quali sono i vostri piani di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?
I nostri piani di sviluppo all’estero prevedono un ulteriore potenziamento della nostra presenza nei mercati in cui siamo già presenti e la penetrazione in nuovi mercati, mediante strategie incentrate sull’inserimento di nuove referenze nei vari canali di vendita e sulla sottoscrizione di nuove partnership commerciali.
Quale consiglio si sente di dare agli imprenditori che intendono affacciarsi nello stesso contesto estero?
Giova sicuramente la presenza alle principali fiere di settore, oltre che la diversificazione dell’offerta con prodotti che puntano all’esaltazione della tradizione Made in Italy, molto apprezzata e riconosciuta all’estero. Altro consiglio è quello di cercare l’aggregazione con altre aziende simili per fare gioco di squadra.

Fonte: www.exportiamo.it

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