Calabria, terapia intensiva Cardiochirurgia universitaria, Nesci (M5S): «Finalmente a norma»

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Calabria, terapia intensiva Cardiochirurgia universitaria, Nesci (M5S): «Finalmente a norma»

Riceviamo e pubblichiamo

«La terapia intensiva della Cardiochirurgia del policlinico universitario di Catanzaro si è finalmente adeguata alle norme di legge, con ambienti, strumenti e personale dedicati ai soli pazienti del reparto». Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, a seguito di una specifica ispezione in sede, la terza in ordine di tempo, compiuta nella tarda mattinata di lunedì 2 ottobre alla presenza di uno dei suoi consulenti tecnici. «Ora – prosegue la parlamentare 5stelle – per i malati che lì subiscono interventi al cuore non vi sono più condizioni strutturali di rischio infettivo. Si tratta di un risultato del Movimento 5stelle, frutto di una lunga quanto ostacolata battaglia compiuta insieme al collega deputato Paolo Parentela, iniziata nel giugno 2015 a seguito delle denunce di morti per sepsi batterica fatte nel 2013 dal compianto professor Attilio Renzulli, che più volte chiese senza ascolto quell’adeguamento oggi avvenuto e pagò un prezzo altissimo per il suo coraggio, per il senso di grande responsabilità dimostrato da medico e da primario».

«Devo ricordare – continua la parlamentare 5stelle – tutti gli attacchi e gli insulti che subimmo per anni insieme a Parentela. Centrodestra e centrosinistra ci dissero senza argomentare che volevamo la chiusura della Cardiochirurgia del policlinico universitario, ci accusarono di strumentalizzare e di volere il male di Catanzaro».

«Se oggi – conclude Nesci – i pazienti di quel reparto hanno oggettive condizioni di sicurezza, questo si deve soltanto alla costanza, alla tenacia e all’autonomia del Movimento 5stelle, che ha dovuto combattere contro un intero sistema della menzogna, politico, burocratico e in parte mediatico. Lo sforzo incessante di Renzulli non è stato vano. Mi auguro che la Procura di Catanzaro concluda presto l’indagine sulle eventuali responsabilità penali dell’intera vicenda».

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