Cesareo attacca Scura: «Non sa fare nemmeno i conti, sanità calabrese non ha regole»

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Cesareo attacca Scura: «Non sa fare nemmeno i conti, sanità calabrese non ha regole»

(Nela foto: Massimo Scura. Fonte foto: Zoom24)
Lui è Vincenzo Cesareo, neo direttore sanitario dell’ospedale (?) di Praia a Mare, l’altro è Massimo Scura, ingegnere prestato alla sanità calabrese per lo più per mantenere la linea dettata dalla Lorenzin e da Gentile. Uno combatte per la riapertura del nosocomio praiese, l’altro, a decreto di riapertura già emanato dal collega Eugenio Sciabica, fa sapere proprio oggi che la città dell’isola Dino non ha bisogno di un altro ospedale, visto e considerato che a una quarantina di km c’è già un valido pronto soccorso, presso la clinica privata Tricarico, e due validissimi reparti di chirurgia, presso altrettante cliniche private, Tricarico e Cascini.
Ma poco dopo aver appreso la notizia dai social, l’ex direttore dello spoke Cetraro-Paola ha pubblicamente attaccato l’ingegnere sul fronte sanità sottolineando ancora una volta una presunta incapacità gestionale.
“L’ing. Scura, Commissario ad acta della sanità calabrese, credo non sappia fare neanche i conti. Infatti ha fortemente voluto che l’atto aziendale prevedesse che l’emergenza urgenza, il DEA, venisse individuato presso lo stabilimento ospedaliero di Paola, a dispetto del parere dei tecnici neanche investiti dal problema e senza neanche rendersi conto dei costi necessari e degli spazi impossibili da reperire, visto che quella struttura ospedaliera certamente non è a norma né dal punto di vista sismico né strutturale né idrogeologico, per cui ci vorrebbero milioni e milioni di euro per poterla adeguare.
Vieppiù, la stessa struttura, è sprovvista da vie di accesso e non ha gli spazi utili e siti per poter realizzare una pista per elicotteri. Senza voler infierire a proposito della sale operatorie, fatiscenti e luoghi pericolosi per la possibilità reale di contrarre malattie serie. Per non parlare dei gruppi di continuità che funzionano 1 sola volta su 10.
Ma scura lo ha ripetuto più volte pubblicamente: la politica sanitaria non si fa con le sentenze. Questo è purtroppo lo stato in cui siamo costretti a vivere: una giungla dove non esistono norme, dove la democrazia non si sa cosa sia, dove vige la legge del più forte, dove impera l’indecenza.
Queste cose le dico e le scrivo da anni, ho cercato di coinvolgere anche la magistratura, ma i risultati, allo stato, sono sotto gli occhi di tutti. Ora, non resta che attendere e sperare in eventuali determinazioni del tavolo Adduce e della Lorenzin e vedere se la stessa ministra voglia perdere quel bel visino che ha messo in questa triste vicenda di assenza di democrazia e libertà”.
Come dire, comandano loro e non la legge.  Le sentenze qui in Calabria, comunque vada, sono carta straccia. La vicenda della riapertura dell’ospedale di Praia a Mare è più Scura di come potrebbe sembrare.

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