Scalea, la disavventura di una donna rimasta incastrata con la sua auto in una buca

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Scalea, la disavventura di una donna rimasta incastrata con la sua auto in una buca

Sono le 10,30 circa del 9 ottobre scorso quando Angela (nome di fantasia, mentre sta percorrendo con la sua auto via del Fosso Mulino, ad un tratto è costretta ad una brusca sterzare per evitare di investire il cane che la ha appena tagliato la strada. La manovra per fortuna evita il peggio, ma dopo qualche secondo per riprendersi dallo spavento, la donna si accorge che la ruota anteriore destra della vettura è rimasta incastrata in una buca. Una delle tante che si contano sulle strade scaleote, solo che questa è decisamente larga e profonda. Non è neppure segnalata. E l’auto non si sposta.
Angela chiama immediatamente la Polizia municipale, i cui agenti non si rendono disponibili per un sopralluogo nemmeno dopo ripetute telefonate. Allora parte la chiamata al 112, ma i Carabinieri fanno presente che l’accaduto non non rientra nelle loro competenze, però assicurano anche la loro telefonata al comando di Polizia locale. Tutto inutile. Mentre la malcapitata attende invano sul posto, per circa un’ora e mezza, attira solo l’attenzione dei passanti, che si dicono pronti a testimoniare. La posizione dell’auto, tra l’altro, crea anche disagi alla circolazione.
Così, nel pomeriggio Angela si rivolge a un avvocato e allegando le immagini che ha scattato poche ore prima, chiede in una lettera indirizzata al sindaco Gennaro Licursi e agli uffici della Polizia Municipale di mandare un loro perito di fiducia per quantificare i danni subito dal mezzo. Lo scritto indirizzato al sindaco di Scalea Gennaro Licursi e al Comandante della Polizia municipale, non ottiene risposta.
Nella medesima missiva, la donna chiede che le venga risarcita entro 15 giorni per evitare di procedere per le vie legali. Di giorni ne passano prima 7, poi 15, ma all’indirizzo della donna non arriva nessun chiarimento. Nemmeno le scrive, anche solo per dire, ad esempio, che non pagheranno. Niente, preferiscono altri metodi: la ignorano completamente. Come fanno sempre più spesso le istituzioni con i cittadini. Almeno fino al momento in cui finiamo di scrivere questo articolo.

 

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