Il sindaco Pasquale Lamboglia: «Alto Tirreno sfruttato e abbandonato, il 4 marzo rimanete a casa»

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Il sindaco Pasquale Lamboglia: «Alto Tirreno sfruttato e abbandonato, il 4 marzo rimanete a casa»

Nella foto, il sindaco di Tortora Pasquale Lamboglia durante un’intervista rilasciata all’emittente televisiva Rete 3 Digiesse
 
“Una legge elettorale sballata e ad personam, la loro, candidati calati dall’alto e magari pure “figli d’arte”, un territorio che da sempre è abbandonato a se stesso e raramente viene preso in considerazione. Per questi motivi e tanto altro ancora io non voterò e inviterò a fare altrettanto a chi mi chiederà consiglio”. Sono le parole nude e crude rilasciate al giornalista di Rete 3 Martino Ciano dal sindaco di Tortora Pasquale Lamboglia, uomo dichiaratamente di centro destra che stavolta antepone l’onestà intellettuale agli interessi di partito e intrallazzi vari, invitando i cittadini  dell’alto Tirreno cosentino a incrociare le braccia il prossimo 4 marzo, data in cui saranno chiamati alle urne per il rinnovo del Parlamento.
“Votare il meno peggio non basta più; farlo tante volte ci ha portato alla situazione attuale – incalza Lamboglia – solo non presentandoci alle urne faremo capire ai partiti che questo territorio, come tutta la Calabria, non ha più voglia di essere preso in giro. Nonostante le gravi carenze in ogni settore che giornalmente segnaliamo, nessuno ci ascolta e nessuno tiene in considerazione le esigenze dei territori. Ora ci ritroviamo con gli stessi nomi di sempre e con candidati lontanissimi dalle nostre realtà. Da cittadino prima e amministratore dopo sono stufo”.
In sostanza, Pasquale Lamboglia si libera di un peso sullo stomaco dopo che per mesi, e per quieto vivere, ha dovuto fare buon viso e cattivo gioco con tutti i politici venuti a sfilare negli ultimi mesi in quest’angolo di paradiso abbandonato dispensando falsità e promesse mai mantenute con l’unico obiettivo di fare incetta di voti e poi continuare a fare i propri comodi nelle stanze del potere.
Lamboglia non lo dice, ma in fin dei conti lo lascia trapelare. La vicenda dell’ospedale, resa ancora più subdola da una inaugurazione farsa a cui ha partecipato finanche il vescovo Bonanno a benedire il nulla, gli ha lasciato l’amaro in bocca, soprattutto perché da amministratore ci ha messo la sua faccia, credendo ingenuamente che a qualcuno interessasse davvero la salute dei cittadini e non solo le blasonate poltrone romane.
E invece chiacchiere, solo chiacchiere. Questo Lamboglia non lo dice ma lo sa bene e cerca di farlo capire anche ai potenziali elettori. “Per quanto mi riguarda – ha detto Lamboglia – il politicamente corretto è ormai finito da un pezzo. Ritengo che l’astensionismo resti l’unica arma a nostra disposizione, proprio perché di questo territorio nessuno si preoccupa, se non inserendo qualche candidatura di servizio con cui illuderci. Penso che tutto questo non sia più tollerabile”.
Al di là di come ognuno la pensi e di come ognuno intenda umiliare politicamente questi personaggi della peggiore politica cosentina degli ultimi anni che ci hanno propinato dall’alto, Lamboglia lancia un messaggio forte e chiaro: non meritano il nostro voto. Per nessuna ragione.
 

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