Contrordine: dopo le elezioni politiche l'ospedale di Praia a Mare torna Capt

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Contrordine: dopo le elezioni politiche l'ospedale di Praia a Mare torna Capt

Se la vicenda riguardante l’ospedale di Praia a Mare non fosse tragica, letteralmente, ci sarebbe seriamente da ridere. Ed infatti, più puntuali di un orologio svizzero e più false di una banconota di tre euro, le belle dichiarazioni sulla riapertura dell’ospedale si sciolgono come neve al sole non appena le urne si chiudono e l’esito, per i sbandieratori di promesse, è l’esatto opposto di quello sperato.
 
Così, sull’albo pretorio dell’Asp di Cosenza il nosocomio mai riaperto di Praia a Mare torna ad essere chiamato con il suo vero nome, ossia Capt, centro di assistenza primaria territoriale, e non “ospedale” come era successo ostinatamente nei mesi che hanno preceduto la tornata elettorale. È scritto a chiare lettere nella determinazione dirigenziale del direttore Uoc Risorse Umane, la n° 104 del 28 marzo 2018. 
 
Niente di nuovo per noi cronisti che della vergognosa farsa sull’ospedale di Praia a Mare ne avevamo parlato in lungo e in largo smentendo ogni singola dichiarazione con tanto di prove alla mano, ma per chi si era illuso anche solo per un attimo per l’improvviso e martellante interesse politico riguardante l’attuazione di una sentenza esecutiva ed inoppugnabile del Consiglio di Stato, dovrà ricredersi e mandare giù l’ennesimo boccone amaro. La parola “ospedale” è per il momento solo la scritta di un’insegna ingannevole affissa all’entrata della struttura sanitaria che, da qualche mese a questa parte, ha fatto parlare di sé più per essere diventato il luogo di pascolo preferito dalle pecore del circondario che per la riorganizzazione ospedaliera promessa, urlata, sbandierata da palchi e tv e mai attuata.
Passato il santo, passata la festa insomma, perché la seconda delibera che parla di Capt a distanza di un mese, è la prova che la parola utilizzata anche in un documento del febbraio scorso non può essere nuovamente un refuso o una svista come si era pensato allora, ma piuttosto un lapsus freudiano.
E siccome i mali viaggiano sempre in coppia, il passo indietro dei dirigenti Asp non è l’unica brutta notizia per i cittadini e potenziali pazienti del comprensorio altotirrenico. Siccome gli elettori del Tirreno cosentino hanno preferito il M5s a tutti gli altri partiti infliggendo una condanna esemplare a promesse farlocche e passerelle inutili, pare che per vendetta un guerriero de’ noantri, dopo la figuraccia barbina, non solo non abbia più intenzione portare avanti la battaglia per la riapertura dell’ospedale, ma che abbia dato l’ordine perentorio a tutti i suoi compagni di non occuparsi più della vicenda.
Potrebbe anche trattarsi di voci di popolo, ma fatto sta che a 25 giorni dalle elezioni non s’è visto neanche l’ombra di un politico nei pressi del piazzale dell’imponente edificio di contrada Santo Stefano e che all’Asp sono tornati a chiamare le cose con il nome, svelando finalmente l’inganno di un ospedale che non esiste.