La mattanza dell'editoria calabrese continua: Rete3 Digiesse sospende ogni attività giornalistica

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La mattanza dell'editoria calabrese continua: Rete3 Digiesse sospende ogni attività giornalistica

L’annuncio è stato dato ieri sera dalla pagina ufficiale della testata giornalistica
 
«Nei giorni scorsi la proprietà ci ha informato di dover sospendere ogni attività a partire dal 1 Aprile. Purtroppo la mancanza dei fondi regionali, venuti meno già a gennaio dello scorso anno, hanno pesato non poco sulle economie della Digiesse». Comincia così la nota che nella tarda serata di ieri sera è stata diffusa sul web dal direttore responsabile dell’emittente, Gaetano Bruno.
Sarà dunque una Pasqua amara per i tanti giornalisti e collaboratori che da quasi dieci anni, avvicendandosi, hanno reso grande una realtà editoriale originariamente piccola, divenuta nel tempo un punto di riferimento non soltanto per un numero di spettatori di tutto rispetto, ma anche per i colleghi cronisti di un territorio difficile come quello dell’alto Tirreno cosentino.
Ma evidentemente ogni sforzo non è stato abbastanza, negli uffici al primo piano di via Marco Polo a Praia a Mare questa sera verrà sospesa ogni attività giornalistica.
Chi in questi anni ha seguito costantemente i servizi di Gaetano, Martino, Giuseppe, Manuela e tutti gli altri, sa bene che Rete3 Digiesse è stata un’oasi in mezzo a un deserto giornalistico spesso di parte, fazioso, aggressivo, pagato a tanto al chilo dal politico potente di turno o da chi per vizio paga tutto quel che può.
A Rete3 non è mai successo che qualcuno sia stato censurato, escluso, rinviato, emarginato, isolato giornalisticamente. Chiunque ha avuto voce, parte e controparte, politici di destra e di sinistra, attori, cantanti, associazionisti o aspiranti tali, ma anche persone malate, sole, disperate, che hanno lanciato appelli e chiesto aiuto scuotendo molto spesso gli animi e l’opinione pubblica.
Rete3 è stata l’emittente televisiva che ha seguito passo passo la vicenda dell’ospedale di Praia a Mare, per esempio. Puntate, articoli e servizi video non si contano. Se la vicenda non ha mai visto scemare l’interesse collettivo è anche e soprattutto grazie a Rete3. Gaetano Bruno e colleghi ci hanno fatto conoscere storie fantastiche, ci hanno fatto scoprire i talenti di questa terra e le sue tradizioni. Rete3 ha raccontato quando a Praia a Mare il demanio è diventata proprietà comunale, quando i tribunali hanno restituito l’isola Dino ai cittadini, ha raccontato le battaglie ambientaliste, i processi giudiziari e la quotidianità. Rete3 ha raccontato ogni cosa.
La sospensione delle attività giornalistiche della redazione praiese è solo l’ultima di una lunga serie che ha dato il via ad una vera e propria mattanza dell’editoria calabrese. Prima è toccato al quotidiano La Provincia, solo qualche giorno fa, prima ancora Cronache delle Calabrie, a Il Garantista, a L’Ora delle Calabrie e decine di altre testate, cartacee e on line.
Succede perché il giornalismo non è più considerato un lavoro e si viene pagati in “notorietà”, perché gli editori spesso non sono editori puri e se ne fottono, succede perché chi finanziava la testata si è sentito tradito da un articolo e smette di pagare. Nel caso di Rete3 Digiesse è successo invece i proprietari Giorgio e Stefano De Rosa hanno sempre pagato i dipendenti, fino alla fine, ma forse proprio perché non hanno mai voluto sporcarsi con la politica, la Regione Calabria ha smesso di inviare i fondi regionali annuali, già più di un anno fa, ma loro avevano voluto continuare a mantenere in piedi l’azienda per la quale avevano dato l’anima. Per la cronaca, i fondi regionali percepiti mediamente dall’azienda praiese erano anche inferiori a certe manifestazioni culturali concentrate in pochi giorni all’anno e utili solo alle tasche degli amici dei potenti. Ma tant’è, siamo in Calabria dove il pesce più piccolo può mangiare tutti pesci più grandi di lui se solo ha nella rubrica del cellulare il numero giusto e un pacchetto cospicuo di voti da orientare all’occorrenza.
Ci sarebbe da parlare fino a domattina, di questo e altri strani fenomeni del panorama editoriale contemporaneo, ma oggi però non è il giorno delle polemiche, ciò che preme è lanciare un appello, rivolto a tutti, per trovare una soluzione e riportare in vita Rete3 Digiesse. Questa realtà giornalistica non può finire così, non è giusto, per chi ci lavora e per chi ci ha creduto fini alla fine, tanto meno per i lettori e gli spettatori che hanno potuto informarsi grazie all’egregio lavoro di una squadra affiatata.
In attesa di sicure evoluzioni della vicenda, da giornalista e affezionata lettrice, non posso che dire grazie a Rete3 Digiesse per il servizio pubblico svolto, per l’onestà morale della testata mai messa in discussione, per essere stata uno stimolo per tutti i giornalisti del comprensorio e per essere stato un punto di riferimento professionale.
Sono sicura che la parola fine dovrà ancora attendere. I grandi progetti meritano rispetto e sacrificio.
A Giorgio, a Stefano, a Gaetano, a Martino, a Manuela, a Giuseppe, a Luca, a Lino, a Domenico, a Francesco, a Maria, e a tutti gli altri, dagli operatori di ripresa ai tecnici, a tutti coloro che hanno lavorato senza sosta in tutti questi anni senza mai stancarsi, un caloroso abbraccio di solidarietà da parte dalla redazione La Lince, con l’augurio più sincero che presto possiamo raccontare insieme un’altra pagina di questa storia.
Francesca Lagatta
Direttrice de La Lince