L’Asp non paga le ditte, al Capt di Praia mancano toner, fogli e cartelle cliniche: servizi a rischio

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L'Asp non paga le ditte, al Capt di Praia mancano toner, fogli e cartelle cliniche: servizi a rischio

“L’ospedale di Praia a Mare riaprirà” è la frase più usata e abusata della cronaca altotirrenica degli ultimi anni. Benché, ad oggi, non ci sia la minima intenzione di riaprirlo nelle sedi deputate alla riapertura, si continua ad illudere una popolazione di oltre 60mila persone che un giorno, molto vicino, l’imponente struttura praiese possa riappropriarsi delle rete emergenza/urgenza che l’ha resa uno dei migliori ospedale della Calabria per ben 41 anni.

 

Al di là delle singole volontà, degli sforzi veri o presunti della politica, delle scartoffie, delle delibere ingannevoli e dei passi indietro, delle sentenze della magistratura a questo punto inutili, la riapertura dell’ospedale di Praia a Mare è inevitabilmente collegata ai fondi ad essa destinata e se è vero il detto che chi ben comincia è a metà dell’opera, visto e considerato che sarebbe in fase di ripristino, il nosocomio civile della città dell’isola Dino è e continuerà ad essere solo un miraggio.

Quello che infatti emerge da un documento di qualche giorno in merito alle finanze sanitarie fa è a dir poco agghiacciante. Si tratta di una missiva inviata inviata alla dottoressa Maria Acquaviva, direttore facente funzioni dell’Uoc Forniture, Servizi e Logistica dell’Asp di Cosenza, alla dottoressa Angela Riccetti, direttrice del distretto sanitario del Tirreno, e al dottor Vincenzo Cesareo, direttore sanitario della struttura, che ha per oggetto “Criticità emissione ordinativi di acquisto materiale di consumo vario – rischio interruzioni di servizio”.

“Come più volte evidenziato verbalmente – si legge nel documento -, si segnalano […] forti criticità sullo stato di gestione degli ordinativi di acquisto relativi a toner per stampanti, stampanti vari quali cartelle cliniche e referti visite, cancelleria e soprattutto carta formato A4 e A3”. Che tradotto, vuol dire che l’Asp non soldi neppure per gli acquisti da poche centinaia di euro.

Lo si evince, senza ombra di dubbio, dal passaggio successivo, il quale evidenzia anche una preoccupante situazione debitoria: “Il persistere di tale situazione non consente di proseguire ulteriormente, sia perché le ditte, atteso il lievitare della spesa prodotta fino alla data odierna, reclamano gli ordinativi e i relativi pagamenti che i vincoli di legge ne impongono il pagamento a 30 giorni dall’emissione delle fatture e sia per l’impossibilità di procedere con cassa economale visto il divieto di acquistare lo stesso prodotto per importi superiori a € 500,00”.

È oltremodo doveroso ricordare che mentre a Praia a Mare si rischia l’interruzione dei servizi per il mancato pagamento di oggetti di cancelleria, dalle sedi Asp di Cosenza si continua a fare spreco di denaro pubblico di ogni genere nell’assoluta indifferenza e quindi complicità della magistratura.

Tra nomine politiche dai vertiginosi aumenti di stipendio, parcelle stellari agli avvocati amici e decine di altre impunite controversie, noi de La Lince, ad esempio, avevamo condotto una inchiesta sui fitti che ha dell’incredibile (clicca qui per leggere l’inchiesta). Anche questa mestamente ignorata da qualsivoglia autorità deputata al controllo.