Lettere alla redazione: «Abuso edilizio e strafottenza a Scalea: io, padre di ragazzo disabile, vi racconto il mio dramma»

Il drammatico racconto di un padre che per portare in giro suo figlio deve fare i conti con abusi e soprusi diventati ormai "normalità"

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Lettere alla redazione: «Abuso edilizio e strafottenza a Scalea: io, padre di ragazzo disabile, vi racconto il mio dramma»

Gentile redazione,

 

temo che la mia lettera scatenerà una miriade di polemiche e proteste, e magari genererà anche qualche minaccia, ma quando la vita ti ha già tolto tutto e vivi unicamente per sperare ancora un altro giorno di vedere tuo figlio respirare, te ne freghi di tutto, il mondo intorno ti scivola addosso.

Scalea, come è noto, è la regina incontrastata dell’abuso edilizio che nessuno vede e a me sinceramente interesserebbe davvero molto poco se non fosse che a Scalea ci (soprav)vive anche mio figlio.

Mi vien da dire: «Che gran botta di culo questi amministratori che si sono avvicendati negli anni dal momento che tutti potevano camminare sulle proprie gambe, scalcare muretti, aggirare ostacoli». Per mio figlio non è assolutamente così e anche fare una passeggiata all’aria aperta, uno di quei pochi piaceri di cui può godere nella sua vita, a volte diventa un dramma. C’è ad esempio una marciapiede dalle ridottissime dimensioni, poiché negli anni lo spazio destinato all’area pedonale è stato invaso dai proprietari degli stabili adiacenti che, con il beneplacito e la complicità delle amministrazioni locali, si sono appropriati indebitamente di un bene pubblico, togliendo oltretutto la possibilità a mio figlio e a quelli che sono nelle medesime condizioni di provare a condurre una vita normale. Aggiungo che quel poco di marciapiede che è rimasto è stato costruito a gradoni, per cui è difficile il passaggio sia per carrozzelle per disabili, sia per carrozzine per bambini. Ricordo a me stesso che Scalea è una città a vocazione turistica.

Ma qui non vedono le istituzioni, non vede la gente, non vedono le procure. Eppure lo scempio è ben visibile in ogni angolo della città persino lungo una delle strade principali dove ogni giorni passano migliaia di auto e altrettante persone di ogni estrazione e ceto sociale. Eppure nessuna di queste finora ha avuto il coraggio di opporsi a queste consuetudini ormai consolidate, come fosse la normalità.

Spero che almeno voi giornalisti abbiate il coraggio di pubblicare la mia denuncia.

Grazie per quanto farete, allego foto.

LETTERA FIRMATA

P.s. La redazione La Lince pubblica la denuncia di questo lettore senza battere ciglio ma modifica le foto giunte alla nostra casella di posta al solo fine di tutelare la privacy dell’eventuale coinvolgimento di persone coinvolte. 

 

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