Un nuovo filone di indagine farà luce sul vergognoso business nei cimiteri della costa tirrenica

Alcuni giorni fa la Guardia di Finanza ha fatto irruzione in un camposanto della zona del Tirreno cosentino

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Un nuovo filone di indagine farà luce sul vergognoso business nei cimiteri della costa tirrenica

«Buonasera, mi pregio comunicarLe le seguenti notizie: giorni addietro, la Guardia di Finanza della Tenenza, ha effettuato controlli presso il Cimitero di [omissis] dove ha accertato che la ditta incaricata dal Comune, per la manutenzione e pulizie, oltre ad assolvere l’incarico retribuito dal Comune, effettua da anni, anche l’attività di impresa edile cimiteriale, costruendo in nero, loculi e cappelle in favore di terzi». Tutto vero. La mail che giunge ai nostri indirizzi di posta racconta di una situazione su cui già da mesi stavamo cercando di far luce e di cui ora finalmente si sono accorte anche le attivissime Fiamme Gialle che controllano il territorio dell’alto Tirreno cosentino.

 

La scintilla era partita dal rapporto annuale della Dia con cui nel marzo del 2016 rende noto che sta indagando sulla presunta influenza della cosca Muto alle scorse amministrative di Santa Domenica Talao. Lo scandalo, che comunque non ha avuto finora risvolti giudiziari, trae ispirazione da alcune denunce, in cui tra le altre cose si raccontava di un presunto monopolio criminale all’interno del cimitero. Come succede tutte le volte, anche quella fu l’occasione di raccogliere decine di testimonianze postume da ogni angolo della Riviera su una questione che fino ad allora sembrava non essere mai esistita.  

Di lì in poi è stata tutta una escalation di lamentele per una terra dove non si può morire nemmeno in santa pace che qualcuno viene a importi il pizzo, la ditta edile, il fioraio, la ditta di onoranze funebri, la somma da versare a forza al camposantaro,ai prezzi che decidono “loro”. In alcuni paesi della costa tirrenica, solo in alcuni, sia chiaro, funziona davvero così. Mentre le persone oneste di questo settore, continuano a vivacchiare strozzati dalle tasse, prendendo le briciole che lasciano loro questi truffaldini senza scrupoli.

Ma torniamo alla mail che ci è arrivata in posta una quindicina di giorni fa e per la quale prima di pubblicarla ci siamo presi i tempi di verifica. Non pubblicheremo i nomi solo ed esclusivamente per non inficiare le indagini in corso. «La predetta ditta – è scritto ancora nella mail – corrispondente al nome del titolare [omissis], pur essendo regolarmente iscritta, per i lavori si avvale della collaborazione familiare dei fratelli e cognati, ma principalmente di [omissis]». Che è parente di un amministratore locale, nonché rappresentante e dirigente di un importante partito politico.

«Tutta la stirpe predetta, è super protetta da [omissis], e loro, naturalmente, essendo famiglia numerosa, sono i suoi fedelissimi. La Guardia di Finanza, ha accertato che al momento del sopralluogo, erano presenti alcuni dei soggetti predetti ed in particolare, oltre al titolare, era presente anche [omissis], intento a lavorare in nero, che tra l’altro, è dipendente dell’Azienda Sanitaria di Paola».

Ma non è tutto. «All’interno del Cimitero di [omissis] hanno costituito una vera e propria gang, con prezzi da capogiro. Per esempio: chiusura loculo mediante posa in opera di sei mattoni forati, tre kg di cemento, un secchio di sabbia e mezzora di manodopera, per un costo totale di circa 50,00 €, il costo per il cittadino è € 300,00; posizionamento lapide € 400,00, per la sola installazione mediante il fissaggio con tasselli per un costo pari a circa 5,00 €; per non parlare dello spostamento salma che se è autorizzato, si aggira intorno alle 800,00 € e se è “umma umma”, ci vogliono oltre 1000,00 €».

La questione non è grave solo dal punto di vista giudiziario, ma anche dal punto di vista morale, poiché i soggetti sopra menzionati che noi abbiamo coperto da omissis al solo fine di proteggere le indagini sono persone che quotidianamente sono chiamate a intervenire su temi come tutela dei cittadini e legalità.

Ad ogni modo ora la Guardia di Finanza sa e sa che la raccapricciante situazione descritta è un’usanza piuttosto in voga da queste parti. Finalmente cade un altro tabù omertoso di questo lembo di terra bistrattato dalla delinquenza in giacca e cravatta e dalla corruzione.

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