L’intreccio del porto di Diamante: le polemiche, gli strascichi e le barricate politiche

La questione che vede protagonista il progetto dell'approdo diamantese è un romanzo senza fine

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L'intreccio del porto di Diamante: le polemiche, gli strascichi e le barricate politiche

È tempo di cambiamenti ovunque e ancora di più in Calabria. L’annosa questione del porto di Diamante è solo il simbolo di una terra che deve decidere se difendere le sue bellezze o sperare in uno sviluppo fatto di falsi investimenti gattopardeschi che dalle nostre parti non si traduce quasi mai in progresso. Tra occasione e opportunità c’è una sfumatura di significato e il porto di Diamante lo dimostra.

 

Il consiglio comunale dello scorso 27 giugno, disertato dalle opposizioni “PD” e “Per una Diamante Migliore” è solo l’ultimo atto di una lunga vicenda che ha riguardato il porto di Diamante e sul quale si innestano ormai altri interessi e giochi di potere.

Sarà bene riassumerla brevemente utilizzando gli esposti, i comunicati e gli allarmi succedutisi negli anni. L’appalto è stato vinto da Graziano Santoro (ATI Icad Costruzioni Generali SRL – Diamante Blu SRL) dopo aver trovato un accordo con la ditta di De Maria in lotta con questa e non prevedeva quote societarie da parte del comune di Diamante. Ora il gruppo “Diamante futura” in un comunicato denunciava interessi del comune “nati all’ombra del potente Assessore regionale ai Lavori Pubblici (Nicola Adamo) presente nella giunta di centrosinistra in carica al momento della pubblicazione del bando di gara e, successivamente, cresciuti sotto l’ombrello dell’assessore regionale ai Lavori Pubblici subentrante con l’avvento della giunta di centrodestra (Pino Gentile)”.  Senza meglio specificare, però, questi interessi. Addirittura faceva riferimento a filoni massonici che avrebbero interessi nel porto.

Ci si riferisce in particolare ad una “autonoma ed autoreferenziale perizia suppletiva chiesta alla Regione Calabria – motu proprio – dalla ditta concessionaria dell’appalto dei lavori per la costruzione del porto di Diamante e per la successiva gestione, sospendendo i lavori in corso, in violazione delle vigenti leggi sugli appalti pubblici. Perizia che prevede un finanziamento aggiuntivo di € 2.500.000,00 tramite procedura negoziata senza pubblicazione di un bando di gara. Il comunicato denunciava quindi che gli Uffici avevano avallato questa procedura illegittima.

Ora la nuova maggioranza del sindaco Sollazzo sostenuta dall’ex opposizione di “Diamante Futura” ha accusato il concessionario di giocare con lo stato di avanzamento dei lavori del porto. Pur avendo ottenuto dal sindaco Sollazzo la concessione demaniale, osteggiata dal “Movimento popolare” , non ha cominciato gli agognati lavori. Santoro nel frattempo si trova a dover affrontare un concordato preventivo presso il tribunale di Cosenza di oltre 23 milioni di euro, incapace quindi di poter realizzare alcun porto. Ecco perché, secondo l’opposizione, spera di poter ottenere una proroga in attesa di trovare un compratore.

PD e Per una Diamante migliore avevano annunciato battaglia, avevano chiesto l’intervento del Prefetto in una riunione con tutte le parti, ma nel consiglio comunale hanno dato forfait denunciando irregolarità di tipo democratico e procedurale.  Secondo il gruppo di Savarese e Pascale sono solo manovre politiche da parte del senatore Magorno che dopo la sconfitta del 4 Marzo nel suo paese cerca di trovare visibilità e consenso stringendosi ai gruppi forti. Chiedono anche di chiarire finalmente quali siano state gli accadimenti ai danni della consigliera Francesca Amoroso, sempre denunciate da Magorno.

Dall’altra parte Orsola Silvestri scrive ricordando che il sindaco omette di dire che “sulla proroga decide la Regione dal momento che nel 1999 la nostra classe politica ha regalato e delegato il porto alla Regione e che nel 1999 c’era sempre lui ad Amministrare con il ruolo di vicesindaco e Pino Pascale con il ruolo di assessore al Turismo competente sulla realizzazione dell’approdo turistico”.

Che il senatore Magorno cerchi di galleggiare anche in vista delle regionali dell’anno prossimo non ci sono dubbi. E così le acque si muovono. Basta un cambio di correnti, una mareggiata a sgretolare le fondamenta e ogni approdo sicuro, ogni porto crolla. Attracchi e ormeggi di varia natura tentano di rinforzarsi e altri salpano verso il largo a nuovi orizzonti.

di Saverio Di Giorno

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