«Siete tra i 500mila calabresi che abitano in una delle 142mila case abusive?»

In foto, Carlo Tansi, in uno scatto di Niki Pecora

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«Siete tra i 500mila calabresi che abitano in una delle 142mila case abusive?»

«Siete tra i circa 500.000 calabresi che abitano in una delle 142.000 case abusive costruite in Calabria? Avete moltissime probabilità di morirci dentro in caso di terremoto (anche di piccola magnitudo) o di alluvione o di tsunami». Non usa mezzi termini l’irriverente capo della Protezione Civile della Calabria, Carlo Tansi, che da quando dirige l’ente di tutela ha intrapreso una serrata battaglia di prevenzione sui pericoli dell‘abuso edilizio in relazione ai fenomeni di calamità naturali, quali terremoti, maremoti, alluvioni, tsunami, frane e smottamenti. E anche stavolta non ha perso occasione, lanciando il duro ma efficace messaggio direttamente dalla sua pagina facebook.

 

«La Natura non uccide dice ancora Tansi – , ma sono le case abusive costruite male che crollano ed uccidono. La Natura non si corrompe e non fa sconti a nessuno». A tal proposito, nell’autunno scorso Tansi si è anche reso disponibile per la realizzazione di una inchiesta sul dissesto idrogeologico e sulle frane in Calabria, a firma di Riccardo Giacoia, andata in onda durante lo speciale del Tg1, lo speciale Tv7.

«Non lo dico io ma i fatti – insiste il geologo cosentino -: la conta dei danni dopo i terremoti, le alluvioni e gli tsunami». Ed avverte: «Per non morire di calamità naturali distruggiamo la cultura degli scongiuri, maledettamente calabrese, e costruiamo la cultura della prevenzione e della legalità. Le case abusive sono trappole di morte e vanno demolite. Lo dice la legge». Un’occasione in più per ricordarlo.

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