Turismo in calo: «Calabria riparti dalle seconde case e dalla programmazione»

SUD ED ECONOMIA, UNA RUBRICA A CURA DEL PROFESSORE DI ECONOMIA E GIORNALISTA LEONARDO LASALA

0
Turismo in calo: «Calabria riparti dalle seconde case e dalla programmazione»

La pubblicazione dei consueti dati sul turismo del Sindacato Italiano Balneari (leggi la notizia: Turismo estivo in calo, tiene la Puglia a +15%, Calabria la peggiore: a luglio -30%), ha visto in Calabria numerose valutazioni contrastanti tra operatori, rappresentanti della pubblica amministrazione e semplici cittadini.  L’unanimità dei pareri si è raggiunta su un solo punto: la pubblica amministrazione ed il sistema imprenditoriale deve intervenire sul suo modello turistico affinché gli sconfortati dati oggi messi in discussione dal meteo folle del mese di giugno ed una parte di luglio, divengano mero ricordo.

 

Il modello turistico calabrese ed in particolar modo quello dell’alto Tirreno cosentino, appare caratterizzato dal fenomeno delle “seconde case”.  Parliamo del primo argomento di discussione dal mese di maggio a settembre, quando piccoli centri vedono la loro economia mutare in ragione dello spostamento da parte di migliaia di proprietari immobiliari e di affittuari verso le residenze di vacanza. Troppo spesso tuttavia l’analisi non appare seria: turista si, turista no, turista forse. Il turista e soprattutto il possessore di seconda casa appare divenuto addirittura un male per l’economia locale. Mai considerazione fu più errata. Non è un male economico la presenza del turista che ha investito o investe capitali sul territorio, ma la incapacità del territorio di mettere il tutto a sistema affinché venga generata nuova economia.

Il fenomeno non è esclusivamente calabrese.  Esistono studi molto dettagliati, datati fine anni 90 sul tema delle seconde case nelle Alpi occidentali, nella provincia di Como (oggi tra le realtà a più elevata crescita turistica) ed in altri contesti nazionali. Di fatto le seconde case non consentono ad esempio margini di programmazione rispetto ad una politica di valorizzazione della qualità della domanda.  In assenza di una strategia condivisa tra pubblico e privato, di un vero e proprio “patto per lo sviluppo” la possibilità di intervenire concretamente sul problema appare limitato.  In letteratura esistono esempi di pubbliche amministrazioni che hanno guidato gruppi di privati nella valorizzazione della seconda casa, creando veri e propri alberghi diffusi in grado di generare nuova economia. Esistono studi che dimostrano come affidando le seconde case ad operatori turistici internazionali specializzati, gli stessi siano in grado di generare nuovi flussi economici e dunque ritorno sul territorio.

Ma intervenire sulle seconde case non basta. Altra direttrice su cui intervenire è rappresentata dalla qualità dei servizi: la Calabria oggi deve competere con realtà come Croazia, Montenegro, Grecia, Spagna che sembrano aver saputo utilizzare al meglio fondi internazionali per la creazione di infrastrutture. Ogni famiglia oggi è in grado di prenotare le proprie vacanze anche autonomamente. Ciò fa si che la percezione della qualità dell’offerta turistica debba essere concreta.  Immaginare di affidarsi alle sole bellezze naturali senza che accanto alle stesse sia possibile offrire uno standard elevato di servizi è oggi il modo più veloce per deprezzare il capitale naturale. Il turismo va selezionato, scelto, quasi ridisegnato proprio attraverso i servizi.  Il turista deve poter vivere la vacanza come esclusiva e ciò al di la del capitale investito.  Un turista che viene “calato” in un sistema performante è un cittadino che deve necessariamente adeguarsi al contesto.  Qualcuno obietterà che i servizi hanno un costo per il territorio, ma il relativo costo se in grado di generare benefici può rappresentare un mero anticipo di capitale a cui oggi è impossibile sottrarsi vista la competizione turistica internazionale.  Selezionare il turismo attraverso l’offerta significa “catturare” persone in grado di apprezzare divertimento, cultura, natura, artigianato e storia.  E’ il sistema turistico a programmare  e scegliere  la visita del turista e non viceversa. E’ attraverso la programmazione  ed il sistema che si giunge al tanto auspicato obiettivo: il turista è l’espressione del sistema. Un sistema che non funziona genera un turista casuale, che non investe sul territorio ma al contrario lo danneggia nella sua rappresentatività. Al discorso di sistema non sfugge il commercio: anche in questo settore occorre innovazione e preparazione. Occorre conoscere le lingue, aggiornare la propria offerta, elevare la qualità della proposta commerciale.

Attraverso queste pagine sembra opportuno lanciare a pubblico e privato la necessità di un tavolo programmatico, con la costruzione di una offerta pluriennale in grado di crescere e dare i suoi frutti nel tempo. Sin quando si parlerà dei problemi del turismo a maggio, nulla sarà concreto. Il turismo va innanzitutto destagionalizzato, creando una pluralità di offerta. Ma affinché tutto funzioni occorrono: programmazione, unità di intenti, formazione specialistica (sugli operatori in primis) ed interventi infrastrutturali. Se si inizia a lavorare da subito forse sin dalla prossima stagione si può ridurre il fattore casualità. Se tutto è lasciato al caso ed alla innata bellezza della terra calabrese, il meteo potrà ancora fare la differenza tra sviluppo e sottosviluppo.

di Leonardo Lasala

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here