Wifi pubblico gratis in Europa, l’asta rimandata a ottobre

Rimandata in autunno la gara per assegnare le risorse del programma Wifi4Eu della Commissione. In Italia la metà dei Comuni ha fatto richiesta

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Wifi pubblico gratis in Europa, l’asta rimandata a ottobre

Il primo bando di Wifi4Eu, il programma della Commissione europea che assegna risorse ai Comuni per installare hotspot wifi pubblici gratis, non è andato a buon fine. Una falla nella sicurezza dei dati (non trafugati) e un blocco al cronometro che registrava l’ora di risposta dei municipi all’asta hanno fermato il debutto del piano di Bruxelles per finanziare connessioni senza fili gratuite e senza la richiesta di dati degli utenti in cambio in luoghi pubblici. Il programma, però, resta in piedi. E l’asta posticipata. A Wifi4Eu si sono iscritti 18.382 Comuni in Europa, circa uno su cinque (21%). “C’è fame di connettività”, spiega a Wired Roberto Viola, direttore generale della Dg Connect, la direzione di Bruxelles che si occupa di telecomunicazioni.

 

l’Italia è il paese più affamato di wifi gratis in Europa. Al programma si sono registrati 4.038 Comuni. La metà del totale, segno che le connessioni internet sono un nodo irrisolto dello sviluppo del Belpaese nonostate l’aumento degli investimenti. Wifi4Eu “era un’opportunità importante, sia in termini culturali sia per il superamento effettivo del digital divide”, ha messo nero su bianco all’indomani dello stop Michele Pianetta, vicepresidente con delega all’innovazione dell’Associazione nazionale comuni italiani del Piemonte. Dalla Spagna, seconda in classifica, hanno risposto 2.652 municipi, dalla Germania 2.625 e dalla Francia 2.116.

In percentuale, però il paese che ha dimostrato più interesse per Wifi4Eu è Malta (97% dei comuni totali iscritti).

Seguono Portogallo (91%), Grecia e Bulgaria a pari merito (85%) e Lituania (83%). Nel complesso, un comune europeo su cinque ha fatto richiesta dei fondi per gli hotspot wifi gratis. Per questo Bruxelles sta rifacendo i conti per trovare le risorse necessarie a soddisfare, con Wifi4Eu o altri programmi, il bisogno di connessioni internet.

Oggi Wifi4Eu ha una dotazione di 120 milioni di euro. Ai Comuni che si aggiudicano il bando Bruxelles assegna un buono da 15mila euro, che serviranno a pagare infrastrutture e apparecchiature. Ai municipi toccherà finanziare la manutenzione e l’abbonamento internet con un operatore wifi tra i 2.700 iscritti a una piattaforma. Il Comune ha un anno e mezzo per realizzare il progetto. Potrà scegliere in quale area installare l’antenna wifi, purché sia un luogo pubblico, come biblioteche, parchi, scuole o uffici, e selezionare l’operatore telefonico. Successivamente la Commissione europea farà una ricognizione per verificare come sono stati spesi i soldi.

Con questa dotazione di denaro, Bruxelles potrebbe coprire le richieste di ottomila Comuni. Meno della metà di quelli che si sono iscritti alla piattaforma. “Vogliamo aumentare la dotazione dei fondi, con la partecipazione degli Stati membri o finanziatori”, aggiunge Viola. Di recente la Commissione europea ha varato con Banca europea degli investimenti, Cassa depositi e prestiti e le omologhe di Francia e Germania, Caisse des dépôts et consignations e Kreditanstalt für Wiederaufbau, un fondo per la banda larga.Dotazione: 500 milioni di euro. “Con i contributi privati si arriva a un miliardo di euro, da investire in progetti medio-piccoli”, spiega Viola. La connettività nelle piccole città potrebbe essere uno di questi. E dopo il 2020 la sperimentazione si allargherà alla tecnologia 5G.

Nel frattempo Bruxelles punta a far ripartire Wifi4Eu. La chiamata di maggio è posticipata a ottobre, in corrispondenza del secondo bando atteso per il 2018. Chi si è già registrato nei mesi scorsi non deve farlo di nuovo. “I dati non sono andati persi e non sono stati trafugati. Una fonte terza ha scoperto una vulnerabilità e siamo intervenuti”, precisa Viola.

Altro motivo dello stop: un malfunzionamento nell’orologio che registrava le risposte dei Comuni all’asta. Per aggiudicarsi i fondi di Wifi4Eu, chi primo arriva, meglio alloggia. Le risorse sono assegnate a chi prima risponda nei clic day indicati da Bruxelles. Senza orologio, quindi, il parametro non sta in piedi. “Il criterio della priorità resta in piedi, ma ci sarà anche un parametro di distribuzione geografica per far arrivare fondi in tutti i Paesi”, commenta Viola. E aggiunge: “Discuteremo con le autorità nazionali dei paesi in cui sono state fatte più domande per andare a fondo del problema”.

Fonte: Wired

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