Codacons: «Puntuali conferme in rete gettano ombre sul concorsone indetto dall’ospedale ‘Pugliese-Ciaccio’»

Il sospetto di presunto illeciti è partito a seguito di un post pubblicato da una candidata al concorso

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Codacons: «Puntuali conferme in rete gettano ombre sul concorsone indetto dall’ospedale 'Pugliese-Ciaccio'»

Abbiamo ricevuto delle precise segnalazioni e trovato puntuali conferme in rete che gettano ombre sul concorsone dell’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro – scrive il Codacons -. Si tratta di “aiutini” illeciti cui avrebbero potuto contare alcuni tra le migliaia di candidati che confidano di riuscire a diventare dipendenti pubblici.

 

“Chi consultava internet, chi parlava al telefono, sembrava di assistere ad uno di quei quiz televisivi in cui quando non si hanno le risposte si può chiedere l’aiuto da casa”. Questo è quanto ci è stato segnalato – sostiene l’avv. Francesco Di Lieto del Codacons – da chi ha partecipato al concorso. Ad aggravare il quadro appena delineato, si aggiungono ulteriori sospetti circa l’invio, attraverso messaggi telefonici, delle schede contenenti le domande. In pratica qualcuno avrebbe ricevuto, prima della prova, la foto con tutte le domande. E si narra finanche di qualcuno sorpreso a fotografare le schede. Laddove fosse confermato quanto segnalatoci – affermano dal Codacons – si tratterebbe di una vera e propria farsa, messa in scena sulle spalle di tanti giovani Calabresi, che si battono e studiano per poter restare nella propria terra. Comprendiamo che effettuare una efficace opera di vigilanza non sia certo facile quando vi sono migliaia di partecipanti, tuttavia attraverso un elementare uso della tecnologia si potrebbe garantire la correttezza delle prove. Il Codacons propone dispositivi che impediscano le trasmissioni (e quindi l’utilizzo dei telefonini) nonchè la videosorveglianza.

Non è accettabile che ci sia qualcuno che possa contare su aiuti illeciti a scapito di chi è corretto. Per queste ragioni – conclude Francesco Di Lieto – abbiamo deciso di presentare un esposto in Procura, affinché vengano tutelati tutti coloro che “non potevano contare sull’aiuto da casa” e chiesto all’ASP di Catanzaro di assumere tutte le iniziative a tutela della correttezza della prova.

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